A quattro mesi dall'inizio dell'attuale crisi, provocata da una grave ondata di violenza a Mogadiscio, la maggior parte dei 400mila sfollati non sono ancora potuti tornare nelle loro case e continuano a dipendere dall'assistenza fornita dalle poche organizzazioni umanitarie presenti sul posto. La gran parte delle famiglie sfollate ha trovato rifugio a Afgooye e a Hawa Abdi, 30 chilometri a ovest di Mogadiscio, in condizioni di estrema precarietà, riparandosi sotto gli alberi o in edifici pubblici abbandonati.
"Durante gli ultimi due mesi, l'attenzione dei media internazionali si è raramente concentrata su quanto accadeva a Mogadiscio e nelle aree circostanti, dove decine di migliaia di persone continuano ad aspettare disperatamente aiuto dalla comunità internazionale. Medici Senza Frontiere lancia un appello affinché un'immediata mobilitazione da parte delle organizzazioni umanitarie risponda al rapido deteriorarsi della situazione" (per l'intero articolo, clicca VITA.IT).
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