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Thursday, 3 September 2009

Elezioni presidenziali: vero o falso?

All'indomani dall'annuncio (il 25 agosto) dell'apertura dei depositi per le candidature alle elezioni presidenziali del 29 novembre, il deputato e presidente del consiglio generale di Sakassou, Félix Akoto Yao, è stato il primo a recarsi alla Commissione Elettorale Indipendente (CEI) per presentare il suo fascicolo. Membro del Partito democratico della Costa d'Avorio (PDCI), Akoto Yao si presenta comunque in qualità di candidato indipendente. Dovrebbe essere seguito da qui al 16 ottobre, data di chiusura delle iscrizioni, da una ventina di candidati, tra cui l'attuale presidente Laurent Gbagbo, il segretario del RDR (Unione dei repubblicani) Alassane Dramane Ouattara e quello del PDCI Henri Konan Bédié.

Di fronte a questi tre favoriti ci sono i quattro outsiders: Mabri Toikeusse dell’Unione per la democrazia e la pace in Costa d’Avorio (UDPCI), Anaky Kobena del Movimento delle forze dell’avvenire (MFA), Francis Wodié del Partito Ivoiriano dei lavoratori (PIT) e Gnamien Konan dell’Unione per la Costa d’Avorio (UPCI).

Saranno le scadenze mantenute? "Ci proveremo, ma gli ostacoli tecnici sono ancora numerosi", viene spiegato. Le questioni sulla sicurezza del processo e dell'accantonamento dei militari sono lontani dall'essere risolte, e la pubblicazione della lista elettorale provvisoria, prevista il 24 agosto, è stata riportata alla domanda della CEI. Il trattamento dei dati dell'arruolamento è stato ritardato da movimenti sociali e da problemi tecnici. La metà dei centri di registrazione non aveva concluso il lavoro alla fine della settimana scorsa. A causa delle difficoltà osservate, il presidente Laurent Gbagbo ha firmato, il 25 agosto, tre nuovi decreti relativi alla lista elettorale provvisoria, alla lista definitiva e alle carte d'identità degli elettori. Questi testi prolungano le scadenze per la pubblicazione delle listee e per la distribuzione dei documenti. Infine, Paul Yao N'Dré, il nuovo presidente del consiglio costituzionale, ha prestato giuramento il 26 agosto al palazzo presidenziale. Da ex-ministro del interno, questo braccio destro del capo dello Stato avrà il difficile compito di confermare i risultati dell'elezione e di proclamare il felice vincitore.

Speriamo in bene...


fonte www.jeuneafrique.com

Thursday, 24 July 2008

Gbagbo minaccia di dissolvere il governo diretto da Guillaume Soro

CÔTE D'IVOIRE - 22 luglio 2008 - APANEWS


Laurent Gbagbo ha minacciato martedì di dissolvere l’attuale gabinetto del Primo ministro Guillaume Soro, perché, secondo il capo dello Stato, la Costa d’Avorio ha bisogno di un “governo che governa”, un “governo omogeneo”, malgrado “gli ultimi scossoni della ribellione”.

Esprimendosi nella capitale economica (Abidjan ndr), nell'occasione di un’udienza accordata ad una delegazione di abitanti di Vavoua (439 km da Abidjan), al centro del paese, il Presidente Gbagbo, ha rivelato di aver chiesto al Primo ministro di “riflettere”, perché non si può proseguire con “un governo nel quale alcuni membri prendono con noi delle decisioni e se tornano, di notte, a criticare e complottare contro queste stesse decisioni”.

“Non è possibile, non si può essere governanti ed oppositori insieme” ha esclamato, aggiungendo di aver espresso a Guillaume Soro, che non era contento “del modo in cui le cose vengono fatte”.

“Abbiamo formato questo governo d’Unione perché ci fossero il minimo di disaccordi possibili tra le parti e per avviarci verso l’uscita dalla crisi. Ho chiesto al Primo ministro di pensare e di parlarmi per vedere se con questo gruppo di uomini è davvero possibile trovare l’uscita da questa crisi”, a indicato il capo dello Stato Ivoriano, aggiungendo: “dobbiamo avere un altro governo. Ecco la questione che è sulle labbra di tutti”.

Secondo Laurent Gbagbo, “sarebbe meglio che le persone si parlassero chiaramente. Io credo che con un gruppo eterogeneo di cui alcuni vogliono mettersi alle spalle questa crisi ed altri no, non sia in grado di lavorare efficacemente”.

“Ho i mezzi istituzionali di scioglierlo. La costituzione mette tra le mie mani l’arma dello scioglimento di questo governo e l’arma della ricostituzione di uno nuovo. Non è per manco di mezzi che siamo ancora a questo punto”, ha ricordato.

“Devo porre questi quesiti, chiedendone il parere, al Primo ministro. Aspetto questo parere al fine di poter passare ad uno stadio successivo, che è la liberazione del paese. Mi auguro che tutti gli Ivoriani siano coscienti della maniera in cui questo problema si appresta ad essere risolto” ha concluso il Presidente Ivoriano.

La squadra di cui Guillaume Soro è capo consta di 33 membri. E’ frutto dell’accordo politico di Ouagadougou del 4 marzo 2007, destinato a mettere un termine definitivo alla crisi.


Tratto da www.jeuneafrique.com

Wednesday, 4 June 2008

Quattro anni di reclusione per Ibrahim Coulibaly

CÔTE D'IVOIRE - 4 giugno 2008


L’ex capo ribelle ivoriano Ibrahim Coulibaly, attualmente in fuga, è stato condannato mercoledì a 4 anni di prigione dal “tribunal correctionnel” di Parigi per un progetto di colpo di Stato in Costa d’Avorio in 2003 mirante a rovesciare Laurent Gbagbo.

La 16esima camera del tribunale di correzione di Parigi ha riconosciuto Coulibaly, 44 anni, colpevole di “direzione o organizzazione di raggruppamenti aventi per oggetti un’attività mercenaria” e l’ha condannato a 4 anni di reclusione.

Il vecchio capo ribelle è accusato dal 18 dicembre 2007 da un mandato d’arresto francese, che il tribunale ha confermato.

Questo ex-sergente-capo, sopranominato “IB” e “Major”, rischiava fino a sette anni di prigione. Aveva contestato di aver fomentato un tale progetto in agosto 2003, in una dichiarazione a l’AFP del 11 marzo, dove spiegava che non si sarebbe presentato ugualmente al suo processo.

Tredici accusati erano perseguiti in questa cartella in virtù della legge del 14 aprile 2003, che ha introdotto nel diritto penale francese il delitto di mercenariato.

Oltre M. Coulibaly il tribunale ha condannato a delle pene dai 10 mesi ai 30 mesi di reclusione altri sette colpevoli di avere organizzato il progetto del colpo di Stato. Cinque altri, dei vecchi legionari sospettati di essere dei mercenari, sono stati assolti dal delitto di “partecipazione a una attività di mercenariato.”

Tutti gli accusati erano stati interpellati in Francia a fine agosto 2003, in seguito alle informazioni pervenute alla “Direction de la surveillance du territoire” (DST) (Direzione della sicurezza del territorio)

Durante il processo, in marzo a Parigi, alcuni dei presunti mercenary avevano riconosciuto che l’obiettivo, con la giustificazione di una missione di formazione in Costa d’Avorio, era di “uccidere” Laurent Gbagbo attaccando il suo convoglio presidenziale con un lancia-missile.

Nella sua sentenza, il tribunale, presidiato da Jean-Claude Kross, ha stimato che Ibrahim Coulibaly ha finanziato la fase de reclutamento e una parte dell’operazione progettata e che le sue smentite parivano tanto più spogliate di fondamenti quanto più si sottrae alla giustizia.

L’avvocato Mamadou Diomandé, vicino a IB, e il vecchio poliziotto Paul Leonelli, considerati dall’accusa come “gli organizzatori” del progetto, sono stati condannati a 30 mesi di reclusione.

Sono stati giudicati ugualmente degli “assistenti” che hanno aggiunto un aiuto materiale o contribuito al reclutamento dei mercenari: Pierre Mas e François Leonelli sono stati condannati a 2 anni, Jean-Michel Chapuis a 18 mesi, Hassan Sakr e Daniel Pohl a 12 mesi.

I vecchi legionari e i presunti “hommes de main” (uomini di mano) Jürgen Pohl, Peter Pohl, Jacky Muliakaaka, Eric Valentin e Vea sono stati assolti dal delitto di mercenariato.

Il tribunale ha infatti notato l’assenza di un “minimo inizio di un atto d’esecuzione concreto e diretto di partecipazione ad un’azione violenta certificata”, come lo prevede questa infrazione.

Vea è stato nel frattempo condannato a 6 mesi di prigione per detenzione d’arma.


(TRATTO DA JEUNE AFRIQUE)

Saturday, 19 April 2008

Elezioni in Costa d'Avorio?

Sempre respinta da ben tre anni, l’elezione presidenziale avrà luogo domenica 30 novembre, ha annunciato, lunedì 14 aprile, il presidente Laurent Gbagbo, poco prima della sua partenza per gli Stati Uniti. "Aujourd'hui est un grand jour pour la Côte d'Ivoire" (“Oggi è un grande giorno per la Costa d’Avorio”) ha assicurato il capo dello Stato all’uscita di un consiglio dei ministri straordinario nel corso del quale ha adottato un decreto fissando la dato dello scrutinio.

L’opposizione ha accolto con un sollievo impregnato di scetticismo l’annuncio presidenziale. “Non possiamo che apprezzare questa decisione. La Costa d’Avorio non poteva essere eternamente governata senza che i responsabili avessero una legittimità popolare”, ha indicato Amadou Soumahoro, un dirigente del RDR, il vecchio partito di Alassane Ouattara, candidato dichiarato alle presidenziali. “Siamo sul cammino del ritorno alla pace”, ha dichiarato, rafforzando l’idea del ritorno ad una certa stabilità del paese, il presidente di un’altra formazione dell’opposizione, l’UDPCI.

Ma la soddisfazione esternata si veste di una punta di inquietudine. “Una cosa è fissare la data; un’altra è rispettarla”, ha riassunto, tra gli altri, un responsabile del PDCI, il vecchio partito unico dei tempi di d'Houphouët Boigny.

Questa volta, però, il termine massimo pare credibile visto che l’ostacolo principale è stato sormontato. Portava sulle relazioni tra due entità chiave per lo stabilimento delle liste elettorali: l’Istituto Nazionale della Statistica (INS), un organismo sospettato di essere agli ordini della presidenza e che detiene i dati dell’ultimo censimento, e la Sagem, un’impresa francese ritenuta per l’organizzazione pratica dello scrutinio.

Le modalità di cooperazione tra l’INS e la Sagem sono oramai fissate da un decreto firmato da M. Gbagbo in presenza di diplomati stranieri. Non resta più che metterlo in atto. “Chiedo alla Sagem e a l’INS di non metterci i bastoni tra le ruote”, ha detto il capo dello Stato a qualche giornalista.

Il termine prima dell’elezione presidenziale – un po’ più di sette mesi – è effettivamente stretto. Le liste elettorali sono incomplete. Un mezzo milione d’Ivoiriens, senza documenti, devono ricevere una carta elettorale. E’ anche il caso di tutti i giovani elettori, di cui l’amministrazione non fa più repertorio dal tentativo di colpo di Stato del settembre 2001.

Se il processo arriva al suo termine, gli Ivoiriens dovrebbero avere la scelta in novembre tra, almeno, tre candidati : Laurent Gbagbo, il presidente uscente, Henri Konan Bédié, un ex presidente e Alassane Ouattara. Tre attori di lunga data della scena politica di un paese dove il 40% della popolazione ha meno di 15 anni.


Tratto dall'articolo di Jean-Pierre Tuquoi (Le Monde)

Sunday, 30 December 2007

Il raggruppamento degli ex combattenti è iniziato

Dei soldati Ivoiriani Lealisti (loyalistes) si sono ritirati sabato dall'ex linea del fronte, nel corso di una cerimonia a Tiébissou, nel centro del paese, sottolineando il rilancio del processo di disarmo degli ex combattenti conformemente a l'accordo complementare del 29 novembre.

Il presidente Laurent Gbagbo, il primo ministro Guillaume Soro, che è anche il leader dell'ex ribellione delle "Forces Nouvelles", così come il nuovo rappresentante del segretariato generale delle nazioni unite in Costa d'Avorio, il Sud Coreano, Jin Young Choi, erano presenti a questa cerimonia.

Tiébissou è l'ultimo avanposto delle forze armate nazionali della Costa d'Avorio (FANCI, loyalistes) sulla vecchia linea del fronte avendo separato le forze loyaliste e ribelli per più di quattro anni.

Al termine della cerimonia, la squadra dei FANCI, presente a Tiébissou, che è l'equivalente di una compagnia di 150 persone, si è raggruppata a Yamoussoukro, la capitale politica e amministrativa del paese, situata a una quarantina di km a sud di Tiébissou.

Un movimento simile ha avuto luogo a Djébonoua in zona ribelle dove le "Forces Nouvelles" (FN, ex rebellion) si sono ripiegate su Bouaké a nord a una ventina di km.

Il disarmo degli ex combattenti non ha mai avuto inizio prima d'ora sia per delle ragioni legate al modus operandi che per il futuro di questi ex combattenti, stimati circa 42000 persone per le FN e 5500 per i militari regolari.

Questo programma è stato rilanciato tramite un accordo complementare firmato il 29 novembre a Korhogo dalla parte presidenziale, le FN e la facilitazione.

L'Unione africana ha salutato venerdì, durante una riunione del consiglio di pace e della sicurezza, l'evoluzione incoraggiante della situazione in Costa d'Avorio.

Essa ha esortato ad un'accelerazione dei processi d'identificazione e di iscrizione delle liste elettorali in vista dell'organizzazione d'elezione generale, considerate come la vera chiave di svolta della crisi.

Tuesday, 18 September 2007

Gbagbo : "Sí alle elezioni in dicembre 2007"

CÔTE D'IVOIRE - 14 settembre 2007 –



In una intervista esclusiva accordata al settimanale « Jeune Afrique », il presidente Laurent Gbagbo rimette in questione le relazioni franco-ivoiriane.

Se si rallegra della partenza di Jacques Chirac, il presidente che l’ha « maggiormente deluso », e afferma di voler giudicare Nicolas Sarkozy « per i suoi atti », Laurent Gbagbo non dimentica, comunque, di ricordare alla Francia che « il tempo dove si poteva dire agli Africani fate questo, fate quell’altro è passato ». Il presidente ivoiriano lo invita ugualmente a ripartire da zero resettando le loro relazioni e lancia l’appello a rientrare in una “nuova era”.

Laurent Gbagbo indirizza anche un messaggio forte agli Ivoiriani. Conferma che, secondo lui, l’elezione presidenziale potrá ben aver luogo in dicembre 2007. Il presidente ivoiriano considera che di fatto tutte le condizioni sono oramai mature e riunite. « Non c’é piú alcuna ragione per non andare veloci », dichiara a chi vuol sentirlo… garantendo « la trasparenza delle elezioni agli Ivoiriani ».

In questo intrattenimento-bilancio su questi cinque anni di crisi che hanno scosso il suo paese, il presidente Gbagbo evoca anche i suoi rapporti con i suoi avversari di oggi (Ouattara e Bédié) e di ieri (Soro e Compaoré) cosí come gli "affari" : il bombardamento del campo militare francese di Bouaké (« [La Francia] vuole nasconderci delle cose ») e la sparizione di Guy-André Kieffer (« Questo non mi implica in nulla »). Ha incoraggiato ugualmente gli Africani a rinforzare le unioni regionali prendere in mano la situazione.

Thursday, 6 September 2007

Compaoré giudica imperativo rispettare il calendario

Costa d’Avorio, 4 settembre 2007

Il presidente burkinabese Blaise Compaoré, mediatore della crisi della Costa d’Avorio, ha giudicato martedí a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) “imperativo” il rispetto del calendario stabilito per “l’organizzazione di elezioni credibili” in Costa d’Avorio.

« I progressi innegabili realizzati per un’uscita dalla crisi devono essere consolidati quotidianamente e necessitano di un conseguente accompagnamento », ha dichiarato Compaoré, presidente del Comitato di valutazione e accompagnamento dell’accordo di Ouagadougou.

« Diventa imperativo mantenere una veglia costante sugli impegni presi e seguire il cronogramma stabilito al fine di raggiungere l’organizzazione di elezioni credibili », ha proseguito il mediatore della crisi della Costa d’Avorio all’apertura di una riunione di valutazione sul seguito dell’accordo.

Il calendario di applicazione di questo accordo inter-ivoiriano firmato il 4 marzo nella capitale burkinabese, prevedeva di concludere il processo di pace in 10 mesi, con le elezioni in dicembre prossimo, ma da allora ha accumulato ritardi.

Il 12 giugno, M. Compaoré aveva stimato che le elezioni generali, uno dei principali punti del processo di pace, costantemente respinte dalla fine del 2005, potrebbero avere luogo il primo trimestre dell’anno 2008.

M. Soro, capo della ribellione delle “ Forces Nouvelles ” nominato Primo ministro in marzo, è arrivato nella capitale burkinabese a metá pomeriggio per incontrare il presidente Compaoré.

La riunione del Comitato di valutazione, che deve prendere nella serata, era sospesa durante il tempo della visita, ha costatato un giornalista dell’AFP.

L’altro principale firmatario dell’accordo, il presidente Laurent Gbagbo, era rappresentato a Ouagadougou da dei delegati.

Secondo M. Compaoré, “ “les audiences foraines”, il ridispiegamento di sotto-prefetti, la sicurezza del Primo ministro, il servizio civico e i gradi militari” saranno i principali temi evocati martedì dagli attori della crisi “Ivoiriana”.

L’accordo di Ouagadougou ha posto le premesse per un inizio di normalizzazione della sitazione della Costa d’Avorio, con, come sappiamo, l’eliminazione della “zone de confiance” sotto il controllo internazionale che separava il nord dal sud, e un inizio di ridispiegamento dell’amministrazione nazionale nel nord.

Non è, tuttavia, ancora permesso partire con le operazioni di identificazione della popolazione e di disarmo.

Il processo di pace ivoiriano mira a riunificare un paese diviso in due dal settembre 2002 tra nord, controllato dalle FN, e sud rimasto sotto l’autoritá del presidente Gbagbo. Le due fazioni hanno smesso di affrontarsi militarmente alla fine del 2004.

Fonte: jeuneafrique.com

Posted by Alain

Wednesday, 8 August 2007

Si avvicinano le elezioni in Costa D'Avorio

Come riporta Radio France Internationale il discorso del Presidente ivoriano Laurent Gbabo (nella foto di Afrique Express) di lunedì sera sulle prossime elezioni ha suscitato reazioni moderatamente positive.

Tutte le forze politiche sono d'accordo nel sostenere la necessità delle elezioni al più presto possibile. Il mandato presidenziale, infatti, avrebbe dovuto concludersi due anni fa, nel 2005.

Il Primo Ministro Guillaume Soro darà il via oggi stesso ad un gruppo di lavoro che si occuperà dello svolgimento regolare della tornata elettorale.
È necessario infatti il lavoro delle audiences foraines, istituto nato per colmare il divario tra popolazione censita e popolazione senza certificato di nascita, per l'integrazione dei registri di stato civile e l'assegnazione corretta del diritto di voto ai cittadini. Speriamo in bene!

Monday, 23 July 2007

Costa d'Avorio: rimangono i caschi blu

Il 16 luglio con la risoluzione 1765 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha deciso all’unanimità che i caschi blu dell’Onu resteranno in Costa d’Avorio altri sei mesi, fino al 15 gennaio 2008. Il fine è quello di “consentire il regolare svolgimento di elezioni libere e trasparenti”, fissate per ottobre 2007.

Secondo Nigrizia il consiglio ha inoltre accolto la richiesta del presidente ivoriano Laurent Gbagbo, di sostituire il responsabile ONU per le elezioni in Costa d’Avorio, Gerard Stoudmann, ed ha assegnato la carica ad Abou Moussa, rappresentante speciale di Ban Ki-Moon. La richiesta di Gabgbo, presentata due mesi fa, aveva suscita dure proteste da parte dell’opposizione e critiche e scetticismo anche da parte di molti diplomatici, da sempre convinti che l’unico modo per assicurare al paese un corretto e regolare svolgimento delle elezioni sia la copertura delle Nazioni Unite. Nel tentativo di rasserenare l’opposizione, Moussa ha già fatto sapere che creerà una unità tecnica di collaboratori per monitorare il processo elettorale.
La Costa d’Avorio non conosce consultazioni popolari dal 2002, anno del colpo di stato. Dopo essere state fissate nell’ottobre 2005 e rinviate al 2006, quest’anno forse le elezioni si terranno davvero. Ma le tensioni ancora forti nel paese potrebbero ancora far slittare la data prevista.

Il 21 luglio le nazioni Unite hanno annunciato di aver sospeso il contingente militare del Marocco che partecipava alla missione di peacekeeping in Costa d'Avorio, mentre è in corso un'inchiesta su un presunto e vasto fenomeno di abusi sessuali.
Ieri funzionari delle Nazioni Unite, parlando sotto anonimato, avevano spiegato che l'inchiesta riguarda soldati marocchini che hanno fatto sesso con un vasto numero di minorenni nella zona di Bouake, una roccaforte dei ribelli che si trova nel nord della Costa d'Avorio.
Toure ha detto che le accuse sono venute alla luce dopo che la missione Onu ha avviato una campagna contro lo sfruttamento sessuale (REUTERS).

Monday, 30 April 2007

Costa d'Avorio: manca la libertà di stampa sotto il presidente Gbabo

Charles Blé Goudé si autoproclama «général de la rue», «generale della strada» e con i gruppi dei "Giovani Patrioti" esegue assalti e violenze per il partito presidenziale, il Fronte Popolare Ivoriano (FPI), in particolare contro organi di stampa. Il pretesto sbandierato per le loro scorrerie è quello dell'insoddisfazione popolare.
La sua storia è assurda ed emblematica: nato nel 1972, nel 2002 ha conseguito un master in gestione e prevenzione dei conflitti in Inghilterra. Ritornato nel proprio Paese, il 26 settembre 2002 fonda l'"Alleanza dei Giovani Patrioti per il Balzo Nazionale", che si definisce da subito come un movimento combattente. Il 25 marzo 2004 lo ritroviamo a dare man forte alle forze dell'ordine durante la repressione delle forze d'opposizione che manifestano sostegno al processo di Marcoussis: si conteranno 120 morti e 20 dispersi scomparsi nelle file degli oppositori.
Nel maggio 2004 dichiara di non voler più vedere i giornali d'opposizione nelle edicole e che se ne assumerà le conseguenze. Di qui parte l'azione contro i giornali d'opposizione e l'assalto alla televisione RTI. Egli richiama alla violenza contro i ribelli ed i "colonialisti", specialmente i francesi ed i militari francesi.
All'inizio del 2006 i "Giovani Patrioti" aggrediscono ancora una volta dei giornalisti ed occupano la televisione pubblica per trasformarla in un organo di propaganda. Erigono barricate sulle strade di Abidjan contro le truppe delle Nazioni Unite.
Tutto ciò mentre il loro leader sostiene di ispirarsi ai principi della non-violenza e dichiara che i propri modelli sono Gandhi, Mandela e Martin Luther King.

I "Giovani Patrioti" non sono mai stato sanzionati nel loro Paese, ma vennero ufficialmente condannati dall'ONU. Essi considerano la stampa antagonista come un bersaglio e questo trattamento viene riservato anche ai mezzi di comunicazione stranieri che, dal loro punto di vista, devono esser fatti tacere a tutti i costi.

Fonte: http://www.rsf.org/article.php3?id_article=13584