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Monday, 17 May 2010

Rimesse africane in calo

Vi sarebbe stato, nel 2009 e rispetto al 2008, un calo delle rimesse dall'Italia e verso l'Africa inviate dai migranti che si aggira intorno al 10%.

"Questo calo delle rimesse sarebbe dovuto, secondo agli esperti, non solo alla crisi economica che sta mettendo a dura prova i bilanci dei migranti, ma anche al fatto che per molti stranieri (pure africani) quella di vivere in Italia potrebbe rappresentare una scelta di lunga durata. E non c'è dunque la frenesia di mandare a casa una fetta cospicua del proprio reddito in vista di un ritorno affrettato al paese d'origine."

Ora a me sembra certamente verosimile l'ipotesi, purtroppo, che la crisi economica sia intervenuta energicamente a rallentare il flusso delle rimesse. D'altra parte dubito che proprio nel 2009 (e non nel 2008) molti migranti abbiano deciso di stabilirsi in Italia in un'ottica di lunga durata, nel periodo in cui tantissimi migranti hanno perso il lavoro e faticano più degli italiani a trovare altre soluzioni lavorative stabili (vedi anche questa ricerca della Fondazione Leone Moressa). D'altra parte il 2009, dal mio personale punto di vista, è stato caratterizzato da un aumento dei ritorni in patria (anche temporanei) di molti migranti che, a fronte della perdita del lavoro, percepivano come un costo troppo esoso rimanere nel nostro Paese.

Monday, 26 October 2009

Duecento clandestini che oggi entrano nelle acque italiane

Quando leggo articoli del genere mi faccio un sacco di domande cui preferei non rispondere.

Vorrei capire perché delle persone, che io e il diritto definiamo migranti, perché sono persone che stanno migrando, vengono definite dai giornalisti clandestini.

Mi piace pensare che sia per ignoranza, perché non sanno che quelli, tecnicamente, non sono ancora clandestini.

Temo invece che si tratti di un errore malizioso, teso a creare allarme e senso di insicurezza nel lettore che ingenuamente legge l'articolo.

Mi disgusta l'idea che dei grassi giornalisti nati dalla parte fortunata del mondo abbiano l'ardire e la faccia tosta di etichettare dei disperati come clandestini, come persone la cui vita è clandestina (mentre, al limite, si tratta di persone che fanno ingresso in Italia senza i documenti necessari).

Monday, 12 October 2009

CAP ANAMUR: ASSOLTO L’INTERVENTO UMANITARIO


L'ASGI esprime la propria piena soddisfazione in relazione alla sentenza di assoluzione con formula piena “perché il fatto non costituisce reato” assunta dal Tribunale di Agrigento nell'udienza del
7 ottobre 2009 nei confronti del presidente dell’associazione umanitaria Cap Anamur Elias Bierdel, del comandante della nave omonima Stefan Schimdt e del primo ufficiale Vladimir Dachkevitce, imputati di agevolazione dell’ingresso di clandestini, dopo avere soccorso, con la nave Cap Anamur nel giugno 2004, 37 naufraghi alla deriva cento miglia a sud di Lampedusa.

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, va comunque subito rilevato che, dopo anni di indagini e dopo l’ audizione di numerosi testimoni, le accuse formulate dalla Procura di Agrigento sono risultate destituite di ogni fondamento. E’ caduta l’ iniziale ipotesi accusatoria della forzatura del blocco navale che era stato imposto alla nave Cap Anamur, tenuta per due settimane al largo delle coste siciliane per decisione del Governo italiano, ed è, invece, emersa la situazione di stato di urgenza e necessità, determinata a bordo della nave da una così lunga permanenza dei naufraghi, ai quali venivano impediti lo sbarco e la possibilità di far valere la loro richiesta di asilo o di protezione umanitaria.

Il periodo di tempo trascorso tra l’ azione di salvataggio e la richiesta di attracco della nave Cap Anamur a Porto Empedocle non era certo imputabile ad una scelta nell’interesse personale dei responsabili della nave, o alla ricerca di un profitto ( il cd. dolo di profitto), ma ai ritardi derivanti dalla querelle diplomatica tra i Governi dell'Italia, della Germania e di Malta sull'individuazione del porto sicuro in cui far sbarcare i naufraghi ed accogliere le richieste di asilo che erano state formulate al comandante della nave.

L'ASGI auspica che la sentenza del Tribunale di Agrigento possa costituire un importante precedente che permetta di fare chiarezza sulla radicale differenza che c'è, sul piano giuridico ed etico, tra il favoreggiamento dell'immigrazione irregolare da parte di organizzazioni che lucrano sulla terribile condizione di bisogno dei migranti, e, sul versante del tutto opposto, le doverose azioni di salvataggio dei naufraghi sancite da tutte le Convenzioni sulla sicurezza della vita in mare.

Chi effettua salvataggio in mare non commette nessun reato e il comandante è l’unica persona che può individuare il porto sicuro, anche da un punto di vista giuridico, per lo sbarco. Il messaggio chiaro che emerge dalla sentenza agrigentina è che gli Stati devono rispettare il Diritto Internazionale del Mare, che vieta anche il respingimento collettivo, nonché il divieto di refoulement sancito dalla Convenzione di Ginevra.

L'ASGI auspica che i prossimi interventi di salvataggio non siano più soggetti a minaccia di sanzione penale e che ciò incoraggi anche i mezzi civili ad interventi di salvataggio più tempestivi, senza lasciare naufraghi in mare, a morire di inedia per settimane, come è successo tragicamente troppe volte nel Canale di Sicilia.


Fonte: www.asgi.it

Tuesday, 29 September 2009

Regolarizzazione badanti?

Chiedo venia della lunga latitanza dal blog e cerco di recuperare con questa storia a lieto fine.. che mostra uno degli altri lati malati di questo processo di regolarizzazione riservato ai soli lavoratori domestici. Dal 25 settembre Asgi, Arci e CGIL hanno lanciato un appello per la riforma di questa norma sulla regolarizzazione, che temo rimarrà inascoltato, lasciando ancora moltissime persone nel limbo dell'irregolarità.

"La regolarizzazione costa troppo, badante licenziata
Da gennaio assisteva una donna anziana e quando si è aperta la finestra della regolarizzazione ha chiesto alla sua datrice di lavoro di avviare le pratiche necessarie a sanare la sua posizione di immigrata irregolare. La risposta è stata negativa e, anzi, la protagonista della vicenda, una badante salvadoregna, è stata licenziata. Da qui la decisione di rivolgersi all'ufficio vertenze della Cgil che ha girato la pratica allo studio dell'avvocato Mario Berruti. Nei giorni scorsi la buona notizia: il tribunale del lavoro di Brescia ha accolto favorevolmente il ricorso d'urgenza, ordinando il reintegro della donna «risultando sufficientemente dimostrata la natura discriminatoria del licenziamento». Questa è solo una delle tante storie di colf e badanti alle prese con la le difficoltà a regolarizzarsi. Da un lato le pratiche burocratiche, dall'altro i costi della regolarizzazione. La sostanza è che in molte, anche dopo questa fase di questa regolarizzazione resteranno in nero e quindi clandestine. «Il dato bresciano è esemplificativo - ricorda il segretario organizzativo della Cgil di Brescia Damiano Galletti -: a oggi i moduli richiesti per la regolarizzazione sono 9mila e 7mila le richiesta effettivamente presentate, e questo a fronte di stime che parlano di circa 30mila badanti nella nostra provincia». E così, dopo il 30 settembre, scaduti i termini, i lavoratori stranieri che vogliono sanare la propria posizione non potranno più ottenere i benefici e saranno perseguiti per il reato di clandestinità."

Fonte dell'articolo: ASGI

Monday, 7 September 2009

Il reato di clandestinità è incostituzionale?

"Il dubbio era stato già sollevato da insigni giuristi durante la discussione della nuova legge sulla sicurezza. Adesso però il reato di clandestinità finisce al vaglio della Consulta, unico organo che può decidere se una legge è contraria alla Costituzione e, in tal caso, annullarla.
A chiedere l’intervento della Corte Costituzionale è stato il 31 agosto un giudice di Pesaro, durante il processo a un giovane senegalese, Ibrahima D., fermato a Fano senza permesso di soggiorno. Secondo la nuova legge, Ibrahima andrebbe condannato per ingresso e soggiorno illegale, reato che però, secondo il giudice, contrasterebbe con una sfilza di principi e norme costituzionali.
Innanzitutto, si legge nell’ordinanza segnalata oggi dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), viene meno il principio di ragionevolezza. Il nuovo reato sarebbe infatti “privo di effetti concreti”, perché “praticamente nessuno” pagherà la multa da cinque a diecimila euro, mentre l’espulsione era “già prevista e possibile anche prima”.
Violati anche il principio di uguaglianza (art.3) e di personalità della responsabilità penale (art. 27), perché il reato “presuppone arbitrariamente riguardo a tutti l’esistenza di una condizione di pericolosità sociale che, per giustificare l’affermazione di una responsabilità penale”. Responsabilità che “deve invece essere accertata in concreto e con riferimento alle singole persone”.
Sarebbe inoltre a rischio il principio di solidarietà (articoli 2 e 3, 1° e 2° comma), perché il nuovo reato provoca un “radicale mutamento nello spirito e negli atteggiamenti dei cittadini, degli stranieri regolari e della società nel suo complesso , nei confronti di persone in condizione di povertà, obiettive difficoltà di vita, bisognose di solidarietà e accoglienza”. Il contrario insomma di quella “società aperta e solidale” “voluta dai costituenti”.
Il reato di clandestinità contrasta poi con l’articolo 10 della Costituzione, perché non è in linea con “i principi affermati in materia di immigrazione nel diritto internazionale”. Infine, viola gli articoli 3 e 27, perché non prevede “la mancanza di giustificato motivo come elemento costitutivo del reato o quanto mene come esimente codificata”.
C’è n’è abbastanza, secondo il giudice di Pesaro, per sospendere il giudizio contro Ibrahima e passare la palla alla Corte Costituzionale. Facendo così tremare l’architrave della linea dura voluta da governo e maggioranza contro gli immigrati clandestini."

Fonte: Stranieri in Italia

Monday, 24 August 2009

Fortress Europe

Mentre i leghisti giocavano a rimbalza il clandestino su facebook, almeno altre settanta vite sono finite tra i flutti del Mediterraneo, nonostante fossero stati avvistati da varie imbarcazioni.

L'unica cosa che i nostri "rappresentanti" ci sanno dire, è che l'Europa non ci sostiene a sufficienza.

Non si discute delle responsabilità di questa carneficina.

Approfondimenti: Fortress Europe, ASGI

Monday, 17 August 2009

Intercultura

Vorrei sgomberare il campo (va tanto di moda nella nostra città..) da un equivoco che la mia rubrica potrebbe suscitare. Prendo spunto dall'ultimo post di Linda, che recensisce un libro dell'impareggiabile Kapuściński e quindi tornare un attimo sul tema della multiculturalità e dell'interculturalità. Il post mi è piaciuto e proprio per questo vorrei richiamare la questione della relazione con l'Altro.

Quando si parla di relazione con una persona di un'altra cultura, siamo indotti a pensare (dai media, dai nostri schemi mentali e dal discorso pubblico dominante) che si tratti di una persona proveniente da un altro Paese, identificando così "cultura" con "luogo" e "provenienza".

Se ben ci pensiamo, invece, i nostri problemi di interazione con altre culture, sono dati dalla complessità del mondo che viviamo e non dall'impatto delle migrazioni sulla nostra società. Per fare un esempio, se incontro una persona che mi dice di credere fermamente nell'oroscopo, cui io non credo, dovrò necessariamente fare uno sforzo per capire per quali motivi questa persona vi creda, quali esperienze l'abbiano portata a credervi e con quali prospettive. In altri termini, il dialogo interculturale non è facile. Richiede intelligenza ed energie, che bisogna avere e, soprattutto, voler investire.

Per fare un esempio più forte, molto spesso mi capita di avere un sacco di cose in comune con donne migranti che con uomini della mia stessa città, che magari votano Lega oppure frequentano la curva dell'Hellas.

C'è spesso la cultura di genere, dunque, in gioco, ma non solo. L'espressione "cose in comune" è ancora molto imprecisa. Intendo dire che riesco a capire, a mettermi nei panni, a comprendere i processi mentali alla base delle singole scelte della migrante, in questo caso, mentre non riesco ad immaginare cosa stia avvenendo nella mente del fascista, per esempio quando mi dice che gli assassini di Tommasoli erano e sono, in fondo, dei brai butei (e, davvero, mi è capitato).

Insomma, la relazione con altre culture è dialogo ed incontro, ma molto spesso anche scontro (ed in questo non sono d'accordo con Kapuściński), da saper gestire e sfruttare, anche, saggiamente, ma non da evitare, altrimenti continueremo a rimanere culture distinte, io e quel fascista.

Non possiamo (e non dovremmo) scegliere con quali culture incontrarci/scontrarci: si tratta solo di avere in mente che di fronte abbiamo un essere umano, da trattare sempre come fine e mai come mezzo, come insegna Kant, con cui cercare di condividere dei punti di vista. Certo, questo non sempre è possibile.

Di conseguenza, se nello spazio delle questioni migranti parlerò di culture, vorrà dire che mi sono sbagliata. Non credo esista "una cultura italiana", è solo una banalizzazione della ricchezza del nostro Paese: analogamente, credo che non esista "una cultura cinese" o "una cultura albanese". In genere, preferisco parlare, appunto, di esseri umani singolarmente presi con la loro esperienza e storia di vita ed il loro personalissimo punto di vista sul mondo.

Monday, 10 August 2009

Ancora sul ddl sicurezza: bimbi invisibili?

L'"informazione" fornita dal principale quotidiano locale veronese, è notorio, non può essere definita tale e nel caso del ddl sicurezza possiamo parlare di malinformazione.Mi rendo conto che la materia, nel caso specifico del ddl sicurezza, sia complessa anche per i giuristi che si occupano puntualmente di ciò, per cui non possiamo chiedere troppa precisione ai pubblicisti dell'Arena.

D'altro lato, il vero problema, di cui forse i sedicenti professionisti non si rendono conto, è che per migliaia di persone, un'articolo dell'Arena costituisce una verità incontestabile e quindi sarebbe buona norma (di buon senso, non dico giornalistica) che essi controllassero non una ma due, tre, quattro volte ogni concetto ivi espresso.

Vediamo in particolare uno degli strafalcioni sul ddl sicurezza che possono aver generato il panico, come spesso succede, nei migranti veronesi, che per loro sfortuna, si sono trovati a leggere gli articoli.
Cito da L'Arena 9 agosto, pag. 3:
"«BIMBI INVISIBILI». Con la nuova legge, per alcuni giursti c’è il rischio che i bimbi delle clandestine nati in Italia non vengano registrati, in quando limiterebbe il diritto ad un permesso di sei mesi alle puerpere, previsto dalla Bossi-Fini e perché per l’ufficiale all’anagrafe scatterebbe immediato l’obbligo di denuncia. In più, per avere una prestazione pubblica (come l’iscrizione all’anagrafe) servono il passaporto o il permesso di soggiorno, altrimenti i bambini non possono essere riconosciuti e diventerebbero così adottabili."

Vediamo invece cosa scrive il Ministero dell'Interno sulla stessa questione 2 giorni prima:
"Le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita - dello stato civile) non richiedono l’esibizione di documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell'interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto."

Quindi, in ogni caso, i bambini potranno essere registrati all'anagrafe. Se poi le persone, giustamente spaventate, non li registreranno, sarà anche merito di questo tipo di articoli.L'articolista fa confusione su molti punti:

1) Il rischio della non registrazione dei bambini deriva dal fatto che è stato introdotto, per gli atti di stato civile (matrimonio, nascita, morte) l'obbligo di presentare un titolo di soggiorno valido e non da un fantomatico limite posto al diritto di permesso di soggiorno alle puerpere.

2) In generale, la madre (e se sposati, il padre) ha diritto ad un permesso di soggiorno per donna in stato di gravidanza fino a quando il figlio compie 6 mesi: l'unico vincolo è che deve essere in possesso di passaporto. Se non ha il passaporto la Questura non può dare il permesso.

3) La circolare del Mininterno (alla pagina linkata sopra) specifica però che per la nascita e per il diritto di filiazione (riconoscimento del figlio), diversamente da altri atti di stato civile come il matrimonio, "non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell'interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto" (lasciatemelo dire: un pò di buon senso!)

4) sulla limitazione al diritto al permesso di soggiorno alle donne in stato di gravidanza, che viene rinnovato con la nascita del bimb* fino ai sei mesi di età dello stesso (e non solo alle puerpere, cioè le donne che hanno già partorito): non è stata fatta alcuna modifica all'art.19 comma 2 lettera d), che tutela la maternità e l'infanzia sulla base di principi costituzionali e di convenzioni sui diritti umani.

5) L'articolista parla solo di puerpere, quindi di donne, ma invece anche gli uomini hanno diritto a questo tipo di permesso: sulla base della sentenza della corte costituzionale 376 del 27 luglio 2000, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della presente lettera "nella parte in cui non estende il divieto di espulsione al marito convivente della donna in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio", anche il marito della donna in stato di gravidanza ha diritto ad un permesso di soggiorno alle stesse condizioni.

6) rimane certo un problema, per chi, non essendo in possesso di passaporto, o non essendo informat* del suo diritto al permesso, avrà un figli* da irregolare: ella/egli potrà dichiarare il figli*, ma, in quel momento l'ufficiale d'anagrafe avrà notizia di reato (reato di clandestinità) e dovrà denunciarla. Solo le prassi operative e le circolari del ministero ci diranno cosa sarà di questi bimbi.

Scusate la pesantezza di questo post!

Monday, 27 July 2009

DDL Sicurezza

Sono colpita dallo scarsissimo dibattito ed indignazione che sta suscitando il disegno di legge sicurezza, passato anche al Senato il 2 luglio e poi promulgato da Napolitano, seppur con qualche perplessità.Si accetta una legge che è un pout pourri (si va dai graffittari, all' "accordo di integrazione", alla tassa sul permesso di soggiorno o alla tassa di cittadinanza) di un sacco di misure, che poco hanno a che vedere con (e men che meno garantiscono) la sicurezza di chicchessia.

La sicurezza è diventata il grimaldello che ha permesso al Governo di far approvare, dal maggio 2008, tre misure legislative inaccettabili ed inique di essere "approvate" dal Parlamento.

L'argomento che davvero mai si affronta è che quest'ultimo provvedimento, su cui il Governo ha posto l'ennesima fiducia, è che contribuirà ad aumentare l'insicurezza dei lavoratori migranti sprovvisti di documenti e permetterà ai datori di lavoro di tenerli nelle attuali condizioni di sfruttamento. La loro debolezza, già istituzionalmente sancita, è ora consolidata, perché chiunque potrà dire loro che sono dei criminali per il fatto di essere sprovvisti di documenti.Nel momento in cui una persona, per il solo fatto di essere in uno Stato e non di fare qualcosa, commette reato, quello è uno Stato a mio avviso barbaro ed incivile. A quello che ha detto Maroni, che la legge non ha effetto retroattivo e quindi su queste basi, chi è già in Italia non verrebbe colpito, ha ben risposto l'avv. Trucco dell'ASGI. La legge infatti definisce reato sia l'ingresso che il soggiorno in Italia (è scritto in modo decisamente esplicito) e quindi finisce per colpire anche chi è già in Italia.Si lede il diritto di riconoscere i propri figli e di sposarsi per le persone sprovviste di titolo di soggiorno ed in questo vi è una violazione della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, nonché della Dichiarazione dei Diritti Umani (che all'art. 16 sancisce il diritto al matrimonio).

Che poi si cerchi di mettere una pezza con la SANATORIA (chiamiamola col suo nome) per le badanti, è forse quasi peggio.Da un lato si escludono tutti coloro che fanno altri lavori, commettendo una vera e propria iniquità, dall'altro si chiedono ben 500 € per la regolarizzazione, il che finisce per escludere le persone che sono già in difficoltà economiche.Terzo, per dimostrare la sussistenza del rapporto di lavoro, ci si accontenta di una semplicissima dichiarazione del datore di lavoro e del lavoratore (c'è da dire che se la dichiarazione è mendace, è previsto il carcere).Quarto e non ultimo per importanza, si finisce per consolidare nei migranti l'idea che in Italia non vi siano regole ferree e che "tanto prima o poi arrivi una sanatoria".Prima rispediamo una nave in Libia, tra cui vi erano molto probabilmente richiedenti asilo, infrangendo platealmente la Convenzione di Ginevra, e poi apriamo la porta a chiunque abbia 500 € e il coraggio di fare una dichiarazione falsa...


Approfondimenti:
  • Stranieri in Italia: testo ddl sicurezza approvato e pubblicato il Gazzetta Ufficiale il 24 luglio 2009
  • Caritas: tutte le modifiche legislative del Governo cadute sotto l'etichetta "sicurezza" a partire da maggio 2008.
  • Le principali novità per l'immigrazione contenute nel DDL sicurezza di prossima attuazione sono chiarite da Nicola Grigion su Melting Pot.
  • Fortunatamente qualcosa si muove.. ad esempio vedi Pacchetto insicurezza, noi disobbediamo!
  • testo della regolarizzazione per colf e badanti

Wednesday, 18 June 2008

Fortezza Europa

Su 'Repubblica' di oggi il pezzo principale è dedicato all'ennesima legge ad personam del Premier (che, perlomeno nella mia percezione, non ha mai smesso di esser tale dal 2001) ed il terzo pezzo per importanza è dedicato alla strage di migranti avvenuta ieri nel Mediterraneo, in cui hanno perso la vita 150 persone.

L'ordinamento degli eventi mi è poco chiaro, per utilizzare un eufemismo. A mio avviso, la morte anche di una sola persona, morta a causa del sistema economico perverso in cui viviamo, ha la priorità assoluta su qualsiasi stronzata berlusconiana. Ma certo io non so quale sia il modo per vendere i giornali, per cui vediamoli con ordine.

Chiariamo innanzitutto che né l'una né l'altra notizia costituisce un evento. Sono fatti cui siamo stati tristemente abituati. Berlusconi è all'ennesima legge ad personam e, per quanto potrà “indignarsi” Veltroni, Berlusconi riuscirà prima o poi a farla passare, grazie alla sua maggioranza schiacciante. Voglio dire, se gli italiani lo hanno rivotato dopo 5 (o quello che sono) leggi ad personam, non capisco che differenza faccia la “sesta”. Sì, abbiamo capito, volete dirci che si tratta sempre del vecchio caimano? Personalmente quest'anno non ho pensato che fosse cambiato neanche per una frazione di secondo. Insomma, chi lo conosce, non aveva bisogno di questa goffa mossa per capirlo.

I migranti africani, d'altro lato, continuano a morire senza sosta nel Mediterraneo, muoiono nei Centri di Permanenza Temporanea, muoiono attraversando il deserto del Sahara, muoiono sul posto di lavoro. Paesi teoricamente civili quanto il nostro come la Spagna sparano all'avvistamento delle imbarcazioni dei migranti, manco fossimo nel Medioevo. I giornali, invece, parlano esclusivamente di sicurezza, di spaccio, di stupri; di morti nel Mediterraneo ne parlano quando ce n'è un numero sufficiente a fare notizia.

Non si parla mai dico mai di quanto susciti scandalo la disparità economica tra Nord e Sud del Mondo, e che questa sia la causa delle migrazioni regolari ed irregolari verso il Continente: si parla solo di come rinchiuderci meglio nella nostra Fortezza Europa.

Io questa la chiamo mancanza di PERCEZIONE DELLA REALTÀ oppure Italocentrismo, se vi piace di più.

Friday, 25 April 2008

25 Aprile giornata dell’indignazione

In questa giornata fondamentale per la storia dello Stato Italiano, giornata a ricordo della strenue resistenza di donne e di uomini che si opposero al nazifascismo, trovo giusto ricordare i motivi che abbiamo oggi per continuare a combattere e a resistere. Qui sotto il testo della manifestazione dei migranti di Verona nella giornata odierna, 25 aprile, giornata dell'indignazione.

"A Verona, un sindaco razzista ha marciato qualche mese fa alla testa di un corteo di naziskin. E’ uno dei campioni del controllo sociale e dell’ossessione securitaria. Ha emanato regole per impedire l’accesso dei migranti alle case popolari, ha fatto installare nei parchi panchine sulle quali è impossibile sdraiarsi, ha fatto eseguire con la forza sgomberi e sfratti di famiglie di cittadini stranieri, usa la polizia municipale per perseguitare e per minacciare i migranti nelle loro attività economiche presentandosi di persona nei call centers e nelle macellerie islamiche.

La nostra città, i nostri territori, non sono questi. Questa è la politica della rappresentanza. Il teatro dell’assurdo al quale si incatena chi pensa di organizzare e gestire un facile consenso.

Noi stiamo con i migranti. Noi siamo per la gioia e non per l’odio. Noi siamo il comune dell’insorgenza e la città che viene.

Libertà di movimento, libertà senza confini"

Fonte: globalproject

Friday, 28 March 2008

Migrante

Oggi ho incontrato un uomo con una bicicletta, mi rivolge la parola e penso, col mio bel carico di pregiudizi ben saldo sulle spalle: ecco, come dice Hannerz, la persona che in stato di isolamento, cerca di fare amicizia con chichessia. [In effetti di personaggi del genere ne incontro in continuazione in biblioteca, non è del tutto colpa mia, né tantomeno dell'incolpevole Ulf Hannerz]. Tornando all'uomo, mi chiede con parlata straniera se ho un lavoro da dargli, come domestico. Gli dico di no, ed intanto mi accorgo che sulla bicicletta e sulle sue spalle ha .. tutto, non 'di tutto' ma proprio 'tutto'. È davvero carico: coperte, vestiti, tutto in bell'ordine e tutto legato e piegato, come ogni tanto si vedono i turisti tedeschi per Verona, che te li immagini partiti in quel bell'ordine da un villaggetto sperduto tra le valli intorno a Monaco..

La bicicletta è molto bella, mi racconta che gliel'hanno data in cambio del lavoro di 3 giorni.

Dice anche che viene dalla Romania, è appena arrivato e che si sta dirigendo a Vicenza, ma che intanto cerca lavoro. L'ho inviato al Centro per l'Impiego, chissà se ci arriverà, sulla base delle mie indicazioni. Non mi veniva in mente niente di meglio al momento.

Ad ogni modo, ecco: questa è l'immagine che serberò di migrante, con tutto il suo bagaglio di coraggio, incoscienza, disperazione, fame e speranza. Ben diversa dai migranti che sono solita incontrare, che invece sono in una fase successiva, di (ancorché) minima stabilizzazione, di ricongiungimento familiare, etc.


Io non lo so, ma ancora da ieri sera durante la visione di Annozero, mi chiedo se la Santanché vorrebbe che tutti i cittadini stranieri, prima di ricevere la cittadinanza italiana dopo i 10 anni (ma che poi sono alcuni di più) canonici, fossero come quel ragazzo, con le coperte su una bicicletta e via a dormire sotto le stelle o in un dormitorio Caritas, dato che non debbono aver libero accesso alle case popolari, riservate ai cittadini italiani.

Thursday, 6 December 2007

Verona. I diritti non li concede nessuno: i diritti si strappano!


Una manifestazione con cinquecento tra migranti, precari, cittadini. L’indignazione contro il razzismo, la reorica securitaria che vuol bandire i poveri dalla città, il silenzio dietro il quale si vorrebbe costruire una città del terrorismo e dell’insicurezza. Non solo una battaglia dal basso per i diritti negati, ma una presa di parola che riappropria il centro cittadino al protagonismo dei migranti.

Un presidio partecipato, innanzitutto. E poi un confronto secco con l’amministrazione leghista e fascista della città, con le agenzie immobiliari che rifiutano la casa ai migranti, con la polizia. Dopo una serie di interventi al microfono in cui è stato espresso il vissuto di rabbia dell’immigrazione, l’impossibiltà di trovare casa e poi la contraddizione tra la centralità del lavoro migrante nella produzione di valore nel ciclo dell’economia del nordest e il suo disconoscimento sociale, alcuni migranti si sono incatenati al comune respingendo i cordoni della polizia, aprendosi lo spazio, imponendo un incontro al prefetto. La rivendicazione della sicurezza nel rinnovo del permesso di soggiorno. Il rifiuto del controllo continuo e accanito delle guardie municipali, autentica polizia privata di Tosi, il diritto alla casa. Alla salute. Ad una vita dignitosa.

Hanno partecipato al sit-in anche: csoa la chimica, pink, sinistra critica

Già alle 15.30, trecento persone iniziano a presidiare la piazza.
Si susseguono interventi al microfono tra migranti e realtà di movimento. Vengono fatte ascoltare pubblicamente le telefonate alle agenzie immobiliari.
Si chiede un incontro immediato con il Prefetto per ottenere:
-la proroga del vecchio permesso di soggiorno fino alla consegna del nuovo permesso;
-la cancellazione delle delibere AGEC che rendono più difficile agli immigrati l’accesso alla casa pubblica;
-la cancellazione della delibera comunale che ha alzato di nuovo i parametri per l’idoneità dell’alloggio;
-l’immediato stop di tutte le azioni della polizia municipale contro gli esercizi commerciali degli immigrati e contro gli ambulanti.

Alle 17 il prefetto rinvia l’incontro a lunedì: i manifestanti, decisi a non cambiare le proprie richieste, scelgono di incatenarsi davanti al comune. Tensione con la polizia che cerca di impedirlo.

Dopo mezz'ora il Prefetto accetta l’incontro ed una delegazione si reca in Prefettura.
Il prefetto accetta di aprire un tavolo di trattativa. (tratto da: global project)

Friday, 30 November 2007

Verona: immigrati in piazza

Migrants' demonstration for the housing right tomorrow in Verona

Una
manifestazione in Piazza Brà domani alle 15, contro le politiche che il sindaco-sceriffo Tosi e altri primi cittadini sceriffi delle città venete stanno attuando nei confronti degli immigrati.

È l’iniziativa delle associazioni migranti locali, che contestano l’ordinanza comunale che ha alzato i parametri per l’idoneità all’alloggio: l’agenzia veronese per gli edifici comunali, l’Agec, ha stabilito una maggiorazione di punteggio di 4 punti a favore dei cittadini italiani residenti nel comune di Verona da almeno vent’anni, escludendo di fatto gli stranieri dall'assegnazione delle case popolari. Il comune sta inoltre promuovendo indagini preventive per verificare reddito, idoneità per l’alloggio, pericolosità sociale per poter autorizzare l’iscrizione all’anagrafe del richiedente, con il dichiarato intento di disincentivare gli stranieri a presentare domanda. Una tendenza seguita anche in altri comuni veneti, a partire da Cittadella e Treviso.

Il Coordinamento Migranti di Verona accusa l’amministrazione veronese di discriminazione, ed ha presentato in Procura un esposto-denuncia nei confronti delle politiche di Tosi e dalla sua giunta, ritenute lesive del diritto alla casa (Nigrizia.it)