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Friday, 2 May 2008

Missione ONU ha armato i ribelli in Repubblica Democratica del Congo

I caschi blu in RDC hanno armato i ribelli in cambio di oro e avorio: lo afferma la Bbc in un’inchiesta, con testimonianze e prove che arrivano anche da fonti dell’Onu. 18 mesi fa le Nazioni Unite avevano insabbiato l’indagine per motivi politici. Sotto accusa truppe pachistane e indiane.

Truppe pachistane e indiane della Monuc, la missione onu di stanza in RDC, hanno fornito armi ai ribelli delle FNI e hanno contrabbandato oro e avorio. E' una denuncia pesante quella lanciata dalla Bbc, al termine di un’inchiesta durata 18 mesi, e corredata di testimonianze e informazioni ottenute anche direttamente da fonti delle Nazioni Unite.

I peacekeepers pachistani dispiegati nella città orientale di Mongdwalu, in Ituri, sono stati coinvolti nel contrabbando di oro con i miliziani del Fronte dell'integrazione nazionale (Fni), e hanno garantito loro le armi per difendere le miniere. Nella regione attorno a Goma, capitale della provincia del Nord-Kivu i caschi blu indiani hanno invece commerciato oro e droga con i miliziani hutu delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr), accusati di complicità nel genocidio.

La conferma di queste notizie arriva dalla popolazione locale e dagli stessi miliziani. [..]
Il palazzo di vetro aveva già avviato, l’anno scorso, un’indagine su questi fatti, ma l’inchiesta fu sospesa poco dopo l'apertura: [..] fonti delle Nazioni Unite hanno rivelato ai giornalisti della Bbc che l’indagine venne chiusa per pressioni politiche: il Pakistan è il paese che maggiormente contribuisce alle truppe di caschi blu.

Articolo completo: nigrizia.it

Monday, 28 April 2008

Pane ed armi

Il rapporto 2007 del SIPRI, l’accreditato istituto per il disarmo svedese, descriveva uno scenario inquietante relativamente alla dotazione di armi e alle cifre che vengono spese per armare gli eserciti ed alimentare le guerre che devastano il pianeta, producendo miseria, fame, macerie e disperazione. Dal 1997 al 2006 l’incremento delle spese per gli eserciti è stato pari al 37%. Nel solo 2006 la cifra spesa per gli armamenti è stata di 1.204 miliardi di dollari. La graduatoria è aperta dagli Stati Uniti, seguono Regno Unito, Francia, Cina, Giappone, Germania, Russia, Italia, India. Il 60% del mercato di esportazione delle armi è diviso equamente tra Stati Uniti e Russia, mentre l’Europa detiene il 20% del mercato complessivo. All’interno degli Stati europei, l’Italia, registrava il livello più elevato di esportazioni dal 1985. Livello ancora aumentato - in misura enorme - nel 2007 [..] le esportazioni italiane di armi hanno sfiorato i 2,4 miliardi di euro, con un incremento del 9,4% rispetto all’anno precedente.
Il caso italiano è lo specchio di quel che accade nel mondo, rispetto alla corsa forsennata alla produzione e al commercio di armamenti. Secondo le stime internazionali, se fossero investiti 57 miliardi di dollari in interventi medici di base, si potrebbero salvare dalla morte certa otto milioni di vite l’anno; sempre secondo le stime, basterebbero 135 miliardi di dollari per raggiungere gli “obiettivi del Millennio”, decantati dall’ONU.
Uccidono le armi e uccide anche la mancanza di cibo. L’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di Alimentazione e Agricoltura, la benemerita FAO, invita, nel suo ultimo rapporto, i Paesi donatori e le istituzioni finanziarie internazionali, ad incrementare la propria assistenza ai paesi che soffrono la fame, per un ammontare compreso tra 1,2 ed 1,7 miliardi di dollari. Un’inezia, rispetto alle cifre che gli Stati spendono per armarsi.
Il prezzo dei cereali nelle nazioni povere del mondo, che già nel 2006-2007 era aumentato del 37%, aumenterà, si stima, nel 2007-2008, del 56%. Oggi, il grano viene pagato il doppio dell’anno scorso. L’aumento dei fertizzanti è del 25% (+200% in un quinquennio). L’esportazione del riso è stata del tutto o quasi sospesa in Vietnam, India, Egitto, Cina, Cambogia, Argentina. Le esportazioni di grano sono state ridotte da Argentina, Russia e Kazhakistan. Scontri e rivolte per il cibo si sono verificati nell’ultimo periodo in Egitto, Camerun, Costa d'Avorio, Senegal, Burkina Faso, Etiopia, Indonesia, Madagascar, Mauritania, Guinea, Mozambico, Filippine, Pakistan, Thailandia e Haiti. Per i paesi africani a basso reddito con deficit alimentare, si stima l’aumento del prezzo per tariffe e trasporto del petrolio del 74%, a causa dell'impennata dei prezzi dei cereali, delle tariffe dei trasporti e del petrolio. [..]

Articolo completo su Agenzia Fides

Saturday, 11 November 2006

news sulla campagna control arms

After three weeks of campaigning in New York and three years of campaigning around the world, the Control Arms campaign achieved a massive victory at the end of last month, when the UN General Assembly’s First Committee passed a resolution to start work on an Arms Trade Treaty (ATT).
Find out more about the resolution and Control Arms activities at the United Nations
In a highly significant display of support for establishing common standards on the international arms trade, 116 governments from around the world had officially endorsed the resolution entitled 'Towards an Arms Trade Treaty' before it was voted on.
The resolution subsequently received resounding support with 139 governments out of 164 voting in favour. Governments now have an opportunity to create a treaty that will help make a real difference to the hundreds of thousands of people whose lives are devastated by armed violence every year.
Specifically, the resolution commits the UN to set up a Group of Governmental Experts to establish the basis for "a comprehensive, legally-binding instrument establishing common standards for the import, export and transfer of conventional arms" - an Arms Trade Treaty. There is still a long way to go until the treaty comes into effect, but this is an enormously important first step and progress on this resolution has been very quick in UN terms.
Visit www.controlarms.org for more information

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