Saturday, 3 March 2007

Brevetti medicinali, petizione contro Novartis


Medici senza frontiere (Msf) lancia una campagna per chiedere a Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria promossa contro il Governo indiano. La multinazionale farmaceutica accusa l’India di violare l’accordo sui diritti di proprietà intellettuale (Trips) nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). La prossima udienza è in programma il 29 gennaio. L’India è il più grande produttore mondiale di farmaci generici e -in particolare- dalle fabbriche del subcontinente esce più della metà dei medicinali utilizzati per curare l’Aids nei Paesi più poveri. Benché, fin dal 2005, la Wto abbia voluto imporre al governo indiano di concedere i brevetti sui farmaci, il Parlamento di Nuova Delhi ha approvato una legge molto attenta all’equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e diritti dei pazienti. Una legge che stabilisce, ad esempio, che i brevetti siano concessi solo per i farmaci veramente innovativi. “In questo modo -sostiene Msf- si previene una pratica molto diffusa tra le industrie farmaceutiche che tendono a chiedere brevetti anche per i miglioramenti insignificanti apportati sulle molecole già note e già in commercio. In questo modo le multinazionali ottengono spesso un prolungamento del brevetto e del conseguente monopolio sulla produzione di quel determinato principio attivo”. Una vittoria di Novartis bloccherebbe la produzione di generici indiani, che anche Msf usa per trattare l’80% dei suoi 80mila pazienti sieropositivi. Come ricorda Medici senza frontiere, “la Novartis non è nuova a questo genere di azioni”. Nel 1999 insieme ad altre 38 multinazionali farmaceutiche aveva citato in giudizio il Governo del Sudafrica per costringerlo a ritirare il “Medicine Act”, una legge che consentiva la produzione in loco di farmaci contro l’Aids a prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati dalle multinazionali. Allora le proteste dell’opinione pubblica di tutto il mondo costrinsero le 39 Big Pharma a ritirarsi dal processo nel 2001.

Fonte: www.altreconomia.it

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