Intanto, mentre non si parla del Madagascar, in cui una legge liberticida sta per passare, i cicloni fanno il resto.. vi segnalo questa testimonianza...
http://rainbowsend.splinder.com/post/11527267/ne+hanno+parlato+i+telegiornali%3F
Tuesday, 27 March 2007
Sudan: Governo rigetta le accuse di coinvolgimento nelle violenze
Il Sudan rigetta le accuse del rapporto dell’Onu di aver orchestrato le violenze in Darfur. Nel Consiglio dei Diritti Umani si apre un braccio di ferro tra Unione Europea che chiede di intervenire e gli alleati del Sudan che contestano il rapporto. Il rapporto sui diritti umani in Darfur della Missione di Alto livello del Consiglio dell'Onu presentato una settimana fa a Ginevra, ha generato un vero e proprio braccio di ferro tra l’Unione Europea e il Sudan ed i suoi alleati.
Secondo il rapporto il governo sudanese ha orchestrato e partecipato ai crimini contro l’umanità che si continuano a perpetrare in Darfur. Le forze governative avrebbero agito d’accordo con le milizie janjaweed, coprendone poi i crimini.
“Gli attacchi ai civili sono quotidiani e su larga scala, le violenze sessuali sono sistematiche, come le torture. Gli arresti e le detenzioni arbitrarie sono comuni, come la repressione della dissidenza politica e le restrizioni arbitrarie della libertà politica” denuncia il rapporto. A rendere più grave ancora la situazione, lo spazio di azione delle organizzazioni umanitarie si va riducendo; il governo di Karthoum si era perfino rifiutato di rilasciare visti di viaggio ai membri della missione.
Il rappresentante sudanese nel Consiglio dei Diritti Umani ha definito il rapporto ingiusto, di nessuna legittimità ed ha chiesto che il documento non venga né discusso né votato dal Consiglio. L’Algeria a nome dei paesi arabi, il Pakistan per l’Organizzazione della Conferenza Islamica e lo Sri Lanka per il gruppo asiatico hanno deciso di sostenere la domanda di rigetto del rapporto presentata dal Sudan. I paesi europei rappresentati al Consiglio, molti paesi africani, e quasi tutta l’America latina spingono invece per una azione collettiva, prevista dalla Carta delle Nazioni Unite, dato che “i mezzi per la pacificazione adottati finora si sono rivelati inadeguati”. L'UE spera quindi di convincere i 47 membri del Consiglio della necessità di intervenire.
Fonte: Sara Milanese per www.nigrizia.it
Secondo il rapporto il governo sudanese ha orchestrato e partecipato ai crimini contro l’umanità che si continuano a perpetrare in Darfur. Le forze governative avrebbero agito d’accordo con le milizie janjaweed, coprendone poi i crimini.
“Gli attacchi ai civili sono quotidiani e su larga scala, le violenze sessuali sono sistematiche, come le torture. Gli arresti e le detenzioni arbitrarie sono comuni, come la repressione della dissidenza politica e le restrizioni arbitrarie della libertà politica” denuncia il rapporto. A rendere più grave ancora la situazione, lo spazio di azione delle organizzazioni umanitarie si va riducendo; il governo di Karthoum si era perfino rifiutato di rilasciare visti di viaggio ai membri della missione.
Il rappresentante sudanese nel Consiglio dei Diritti Umani ha definito il rapporto ingiusto, di nessuna legittimità ed ha chiesto che il documento non venga né discusso né votato dal Consiglio. L’Algeria a nome dei paesi arabi, il Pakistan per l’Organizzazione della Conferenza Islamica e lo Sri Lanka per il gruppo asiatico hanno deciso di sostenere la domanda di rigetto del rapporto presentata dal Sudan. I paesi europei rappresentati al Consiglio, molti paesi africani, e quasi tutta l’America latina spingono invece per una azione collettiva, prevista dalla Carta delle Nazioni Unite, dato che “i mezzi per la pacificazione adottati finora si sono rivelati inadeguati”. L'UE spera quindi di convincere i 47 membri del Consiglio della necessità di intervenire.
Fonte: Sara Milanese per www.nigrizia.it
Friday, 23 March 2007
Repubblica Democratica del Congo - Ostilità della milizia dell'ex-presidente Bemba contro il governo
L'Unione Europea, la Francia e il Belgio invocano l'arresto immediato delle aperte ostilità che durano da giovedì 15 marzo tra il presidente Kabila e l'ex-presidente, Jean-Pierre Bemba.
Dei colpi di mortaio e d'armi leggere si sono uditi venerdì mattina a Kinshasa, per il secondo giorno consecutivo, opponendo le forze governative alla guardia personale di Bemba, il quale ha rifiutato di smantellare la sua milizia.Venerdì mattina le autorità hanno inviato un mandato d'arresto per 'alto tradimento' contro Jean-Pierre Bemba, rifugiato all'Ambasciata dell'Africa del Sud a Kinshasa.
Fonte: www.rfi.fr
Dei colpi di mortaio e d'armi leggere si sono uditi venerdì mattina a Kinshasa, per il secondo giorno consecutivo, opponendo le forze governative alla guardia personale di Bemba, il quale ha rifiutato di smantellare la sua milizia.Venerdì mattina le autorità hanno inviato un mandato d'arresto per 'alto tradimento' contro Jean-Pierre Bemba, rifugiato all'Ambasciata dell'Africa del Sud a Kinshasa.
Fonte: www.rfi.fr
Referendum in Madagascar
non si trovano le cartelle per il "NO", per lo "TSIA"... Sembra che l'unico pericolo per l'approvazione del quesito referendario sia il tasso di astensione.... Speriamo!!!
Fonte della vignetta: www.madagascar-tribune.com
Thursday, 22 March 2007
Referendum in Madagascar
Non se ne parla ed è grave, perché il silenzio è il miglior alleato di chi vuol sopprimere una democrazia. Il presidente del Madagascar Marc Ravalomanana ha promosso un referendum costituzionale per rafforzare il proprio potere personale, per creare distinzioni tra cittadini cristiani e non cristiani, protestanti e non protestanti, di etnia Merina e di etnia costiera.
Il presidente del Madagascar Marc Ravalomanana
Il 4 aprile si celebrerà un referendum promosso dal partito del Presidente il cui risultato è tristemente prevedibile e che si concluderà con una vittoria del Sì, del “oui”, dell'“eny”.
Partiamo con l'enunciazione del quesito referendario: “Approvate il progetto di revisione costituzionale per lo sviluppo rapido e durevole della regione al fine di migliorare il livello di vita dei malgasci?”
Insomma, bisogna essere scemi per votare contro, ammettiamolo. Oppure informati, ma in Madagascar non è facile trovare fonti informative alternative e gran parte dell'informazione passa attraverso la compagnia radio-televisiva del Presidente. Il Consiglio Nazionale Elettorale avrebbe però stabilito la disponibilità di 40 minuti giornalieri per ognuna delle due parti.
La legge di revisione propone un rafforzamento dei poteri del Presidente, che potrà imporre la legge marziale “in caso d'urgenza o di catastrofe”. Si prevede l'introduzione dell'inglese come lingua ufficiale e l'eliminazione del termine “laico” dalla Costituzione.
Il Presidente Marc Ravalomanana ha aperto la sua campagna per il Sì durante una messa ecumenica nella sede del suo partito, TIM (Ti amo Madagascar) ad Antananarivo. Egli è un pastore protestante ed auspica l'ampliamento dei poteri delle Chiese nel Paese.
Tra i numerosi partiti per il “No” troviamo l'Arema, il partito dell'ex-presidente Ratsiraka. Le possibilità del “No” sono legate in gran parte alle capacità di coalizzarsi dei partiti all'opposizione.
Fonti: lemonde.fr, allafrica.com, rfi.fr
Insomma, bisogna essere scemi per votare contro, ammettiamolo. Oppure informati, ma in Madagascar non è facile trovare fonti informative alternative e gran parte dell'informazione passa attraverso la compagnia radio-televisiva del Presidente. Il Consiglio Nazionale Elettorale avrebbe però stabilito la disponibilità di 40 minuti giornalieri per ognuna delle due parti.
La legge di revisione propone un rafforzamento dei poteri del Presidente, che potrà imporre la legge marziale “in caso d'urgenza o di catastrofe”. Si prevede l'introduzione dell'inglese come lingua ufficiale e l'eliminazione del termine “laico” dalla Costituzione.
Il Presidente Marc Ravalomanana ha aperto la sua campagna per il Sì durante una messa ecumenica nella sede del suo partito, TIM (Ti amo Madagascar) ad Antananarivo. Egli è un pastore protestante ed auspica l'ampliamento dei poteri delle Chiese nel Paese.
Tra i numerosi partiti per il “No” troviamo l'Arema, il partito dell'ex-presidente Ratsiraka. Le possibilità del “No” sono legate in gran parte alle capacità di coalizzarsi dei partiti all'opposizione.
Fonti: lemonde.fr, allafrica.com, rfi.fr
Thursday, 15 March 2007
Video di una repressione in Guinea Conakry
Cliccate sulla foto per vedere il video! Ciò che è avvenuto nel Paese negli ultimi due mesi lascia poco spazio ai commenti e questo video è raccapricciante..
Un breve riepilogo di quanto è avvenuto nel paese si trova su http://www.avvisatore.it/Default_Dettaglio.asp?IDArt=4321
Non possiamo continuare a stare a guardare questo scempio!!!! Perché è questo che facciamo ogni giorno in cui nn facciamo niente: lasciamo avvenire questo scempio punto e basta.
Fonte del video: globalvoicesonline.org
Monday, 12 March 2007
Piccolo delirio pre-sonno
Sto scrivendo pezzi di tesi da giorni, settimane ormai mesi!!! È un incubo che sembra non finire, quando vorrei invece averla già chiusa per andare a sporcarmi le mani da qualche parte e fare qualcosa di concreto nello scempio disordinato del mondo.. ma finirà, finirà!!!
Penso sia giunto il tempo d andare a dormire...
Penso sia giunto il tempo d andare a dormire...
Somalia: il Governo rientra a Mogadiscio
Il Parlamento lunedì tramite un voto ha approvato il rientro del Governo nella capitale, un buon segno per coloro che attendono la pace nel paese.
Inoltre la settimana scorsa la forza africana di pace (Amisom) ha cominciato a prendere il controllo del paese, anche se la situazione non può dirsi completamente stabile.
Fonte : www.rfi.fr
Inoltre la settimana scorsa la forza africana di pace (Amisom) ha cominciato a prendere il controllo del paese, anche se la situazione non può dirsi completamente stabile.
Fonte : www.rfi.fr
Sunday, 11 March 2007
Nazioni Unite: In Darfur le milizie circondano campi profughi e sospendono forzatamente gli aiuti umanitari
Centinaia di miliziani arabi hanno recentemente circondato un campo profughi in Darfur, sospendendo temporaneamente gli aiuti umanitari.
Mercoledì [7 marzo] i miliziani arabi sono entrati nel campo ed hanno catturato 2 civili perché sospettati dell'assassinio di un miliziano, sostiene il portavoce della missione ONU in Sudan durante una conferenza stampa, aggiungendo che i due sono stati portati ad una stazione di polizia ma le milizie non hanno permesso agli agenti di condurre le indagini.
Successivamente essi hanno portato i due sospetti al campo della Military Intelligence/Forze Armate Sudanesi (SAF) ad Ardamata.
"250 miliziani hanno circondato il campo ed hanno chiesto di parlare con i capi della comunità. Le operazioni umanitarie sono state temporaneamente sospese", sempre secondo UNMIS (missione ONU in Sudan).
Spostandoci in un'altra zona, nel Darfur del Sud ci sono stati nuovamente scontri mortali tra le tribù Targem e Rezegat a Yara, a 40 km da Kass, durante i quali sono stati uccisi 3 Targem nelle loro case.
Un portavoce dell'ONU ha detto in conferenza stampa a New York che l'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari afferma che la sicurezza alimentare nel Sudan meridionale quest'anno migliorerà. Aggiunge anche che il World Food Programme stima che più di 100000 tonnellate di cibo sono necessarie per 1 milione 300 mila persone, inclusi profughi e rifugiati che sono ritornati alle proprie case.
Fonte: allafrica.com
Mercoledì [7 marzo] i miliziani arabi sono entrati nel campo ed hanno catturato 2 civili perché sospettati dell'assassinio di un miliziano, sostiene il portavoce della missione ONU in Sudan durante una conferenza stampa, aggiungendo che i due sono stati portati ad una stazione di polizia ma le milizie non hanno permesso agli agenti di condurre le indagini.
Successivamente essi hanno portato i due sospetti al campo della Military Intelligence/Forze Armate Sudanesi (SAF) ad Ardamata.
"250 miliziani hanno circondato il campo ed hanno chiesto di parlare con i capi della comunità. Le operazioni umanitarie sono state temporaneamente sospese", sempre secondo UNMIS (missione ONU in Sudan).
Spostandoci in un'altra zona, nel Darfur del Sud ci sono stati nuovamente scontri mortali tra le tribù Targem e Rezegat a Yara, a 40 km da Kass, durante i quali sono stati uccisi 3 Targem nelle loro case.
Un portavoce dell'ONU ha detto in conferenza stampa a New York che l'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari afferma che la sicurezza alimentare nel Sudan meridionale quest'anno migliorerà. Aggiunge anche che il World Food Programme stima che più di 100000 tonnellate di cibo sono necessarie per 1 milione 300 mila persone, inclusi profughi e rifugiati che sono ritornati alle proprie case.
Fonte: allafrica.com
Saturday, 10 March 2007
Darfur: International Criminal Court Names War Suspects
The Sudanese government has vowed not to hand over the suspects to the International Criminal Court.
What Khartoum had long dreaded may come to pass. The chief prosecutor of the Hague-based International Criminal Court (ICC), Luis Moreno-Ocampo, has begun naming war crimes suspects from the government and rebel sides. The ICC has named Humanitarian Affairs Minister Ahmed Haroun and Janjaweed militia leader Ali Muhammad Ali Abd al-Rahman, also known as Ali Kushayb.
Reports and international experts have directly linked the brutal activities of the Arab Janjaweed militia, which have claimed some 200,000 lives and forced over two million Sudanese to flee their homes, to the central Sudanese government in Khartoum.
Reports say that joint attacks on villages have been well-documented and there is little doubt the militia have been given weapons and vehicles to fight rebels. But Sudan's President, Omar al-Bashir, denies involvement and says the level of conflict in the region has been greatly exaggerated by the US and the West.
The Chief prosecutor has reportedly spent two years examining evidence gathered by a UN investigative team after the Security Council voted to forward him a list of 51 names suspected of crimes against humanity. The crimes include killings, tortures, rapes, looting, forced displacement and persecution.
What Khartoum had long dreaded may come to pass. The chief prosecutor of the Hague-based International Criminal Court (ICC), Luis Moreno-Ocampo, has begun naming war crimes suspects from the government and rebel sides. The ICC has named Humanitarian Affairs Minister Ahmed Haroun and Janjaweed militia leader Ali Muhammad Ali Abd al-Rahman, also known as Ali Kushayb.
Reports and international experts have directly linked the brutal activities of the Arab Janjaweed militia, which have claimed some 200,000 lives and forced over two million Sudanese to flee their homes, to the central Sudanese government in Khartoum.
Reports say that joint attacks on villages have been well-documented and there is little doubt the militia have been given weapons and vehicles to fight rebels. But Sudan's President, Omar al-Bashir, denies involvement and says the level of conflict in the region has been greatly exaggerated by the US and the West.
The Chief prosecutor has reportedly spent two years examining evidence gathered by a UN investigative team after the Security Council voted to forward him a list of 51 names suspected of crimes against humanity. The crimes include killings, tortures, rapes, looting, forced displacement and persecution.
Sudan's government has however refused to hand over the two men named by the prosecutors, saying its own judicial system is capable of trying suspects.
Critics have observed that Khartoum has permanently rejected UN peacekeepers because the ICC may find it easier to make its case if peacekeepers are in place to provide security throughout Darfur.
One fact, however, is clear: Sudan's leaders, fortified by the fact that the international community has failed to establish any other effective leverage over Khartoum, see the ICC as the only currency on the table to "trade" for peace.
Critics have observed that Khartoum has permanently rejected UN peacekeepers because the ICC may find it easier to make its case if peacekeepers are in place to provide security throughout Darfur.
One fact, however, is clear: Sudan's leaders, fortified by the fact that the international community has failed to establish any other effective leverage over Khartoum, see the ICC as the only currency on the table to "trade" for peace.
Fonte: Cameroon Tribune
Tuesday, 6 March 2007
Risultati provvisori delle elezioni in Senegal
Il 2 marzo la commissione nazionale per le elezioni ha comunicato il risultato provvisorio delle elezioni. Ha vinto le elezioni al primo turno Abdoulaye Wade con 1,910,368 di voti, il 55.86% del totale.
Gli altri candidati si sono piazzati nel seguente ordine: Idrissa Seck con il 14.93%, Ousmane Tanor Dieng con il 13.56%, Moustapha Niasse con il 5.93%, mentre Robert Sagna sorprendentemente supera Abdoulaye Bathily e Landing Savané con il 2.58% dei voti.
Comunque Abdoulie Bathily ha ottenuto il 2,2% dei voti e Landing Savane il 2.06%. A seguire gli altri.
Comunque Abdoulie Bathily ha ottenuto il 2,2% dei voti e Landing Savane il 2.06%. A seguire gli altri.
Fonte: allAfrica.com
Monday, 5 March 2007
Elefanti africani a rischio estinzione
WASHINGTON - Gli elefanti africani rischiano l'estinzione per il massacro a opera dei bracconieri, che danno loro la caccia per le zanne e alimentano così una domanda d'avorio in forte incremento, soprattutto in Cina. Lo afferma uno studio di esperti americani.
"Il problema è di gravità tale che questi pachidermi potrebbero essere in via d'estinzione se i Paesi occidentali non reiterano i loro sforzi per far applicare la convenzione internazionale del 1989 che, quattro anni dopo la sua entrata in vigore, aveva quasi permesso di porre fine al mercato nero dell'avorio", rilevano gli studiosi.
La quantità di avorio di contrabbando sequestrato nel 2006 laascia pensare che "l'abbattimento degli elefanti abbia raggiunto un ritmo senza precedenti dall'entrata in vigore di questa convenzione", afferma Samuel Wasser, direttore del Centro preservazione delle specie dell'Università dello Stato di Washington e autore della ricerca, pubblicata ieri negli Annali dell'Accademia americana delle Scienze.
Nei 12 mesi fino all'agosto 2006 sono state sequestrate 24 tonnellate di avorio di contrabbando, ma si ritiene che la quantità sia il 10% appena di quella reale. Per un tale volune d'avorio - precisa Wasser - si calcola che siano stati probabilmente abbattuti oltre 23.000 elefanti, vale a dire il 5% circa della popolazione di questi animali in Africa (500.000).Ancora più precaria la situazione dell'elefante asiatico, specie per la quale si stima una popolazione inferiore a 30.000 esemplari (anche se il bracconaggio è molto meno frequente).L'intensificazione della caccia agli elefanti africani - spiega lo studio - è dovuta soprattutto alla crescita travolgente dell'economia cinese, che alimenta una sempre maggiore domanda di avorio di contrabbando, facendo esplodere i prezzi e incentivando la criminalità organizzata.
Nel 1989, l'avorio di alta qualità si vendeva sul mercato nero a 100 dollari il chilogrammo. Nel 2004 il prezzo era raddoppiato, per toccare addirittura 750 dollari l'anno scorso."Se la mafia è responsabile di quest'impennata dei prezzi, l'unico modo di porre fine a tale commecio è impedire all' avorio di giungere sul mercato nero internazionale", dice Wasser, che, assieme ai suoi colleghi dell'Università di Washington, collabora con altri esperti nel mondo e con l' Interpol per fermare i bracconieri.Gli esperti hanno inoltre istituito uno 'schedario genetico' delle popolazioni di elefanti africani che permette di accertare l'origine delle zanne sequestrate e di concentrare pertanto gli sforzi nelle regioni del continente dove più diffuso è il bracconaggio.
Fonte: www.swissinfo.org
Sunday, 4 March 2007
Treno del ferro - Mauritania
Consiglio il link http://www.terrelibere.org/album/grafie3.php?num=1&par=mauritania
Reportage fotografico sul treno del ferro, il treno più lungo del mondo (220 vagoni per 2 chilometri e mezzo di lunghezza) e anche più lento (35 km/h)... la traversata dura 16 ore e porta da Nouadhibou, città sull’Oceano Atlantico, fino alle miniere di ferro di Zouerate, a nord-est, percorrendo 650 chilometri nel deserto del Sahara settentrionale, in Mauritania.
Foto: Nicola di Giacomo
Reportage fotografico sul treno del ferro, il treno più lungo del mondo (220 vagoni per 2 chilometri e mezzo di lunghezza) e anche più lento (35 km/h)... la traversata dura 16 ore e porta da Nouadhibou, città sull’Oceano Atlantico, fino alle miniere di ferro di Zouerate, a nord-est, percorrendo 650 chilometri nel deserto del Sahara settentrionale, in Mauritania.
Foto: Nicola di Giacomo
Cooperazione italiana in Africa - Mali
BAMAKO (Mali) - Si è conclusa ieri la conferenza "Le donne protagoniste: dialogo fra i Paesi dell'Africa occidentale e la cooperazione italiana". Quattro i temi: migrazioni, conflitti e buon governo, lotta alla povertà e rafforzamento economico delle donne, salute e diritti umani.
La Direzione generale per la cooperazione ha annunciato oggi lo stanziamento di un fondo per programmi di sviluppo in Africa Occidentale che riguarderanno in modo particolare il sostegno all`imprenditoria e all'associazionismo. Secondo fonti del ministero degli Esteri il fondo dovrebbe ammontare a 15 milioni di euro. "La cooperazione italiana intende intensificare la collaborazione con quest'area del continente africano" anticipa il direttore generale Alain Economides.
"Il programma comincerà proprio dalle donne, sostenendo la loro iniziativa per lo sviluppo con programmi in collaborazione con i governi e le organizzazioni non governative che operano in loco. Manderemo dei fondi alle unità tecniche della cooperazione in Senegal e Burkina Faso. In Sierra Leone, in Mali e in Mauritania verranno istituite delle rappresentanze della cooperazione italiana che monitoreranno soprattutto la gestione dei conflitti. A Roma faremo una riunione di seguito a questa conferenza".
Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=77628
La Direzione generale per la cooperazione ha annunciato oggi lo stanziamento di un fondo per programmi di sviluppo in Africa Occidentale che riguarderanno in modo particolare il sostegno all`imprenditoria e all'associazionismo. Secondo fonti del ministero degli Esteri il fondo dovrebbe ammontare a 15 milioni di euro. "La cooperazione italiana intende intensificare la collaborazione con quest'area del continente africano" anticipa il direttore generale Alain Economides.
"Il programma comincerà proprio dalle donne, sostenendo la loro iniziativa per lo sviluppo con programmi in collaborazione con i governi e le organizzazioni non governative che operano in loco. Manderemo dei fondi alle unità tecniche della cooperazione in Senegal e Burkina Faso. In Sierra Leone, in Mali e in Mauritania verranno istituite delle rappresentanze della cooperazione italiana che monitoreranno soprattutto la gestione dei conflitti. A Roma faremo una riunione di seguito a questa conferenza".
Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=77628
Saturday, 3 March 2007
Brevetti medicinali, petizione contro Novartis
Medici senza frontiere (Msf) lancia una campagna per chiedere a Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria promossa contro il Governo indiano. La multinazionale farmaceutica accusa l’India di violare l’accordo sui diritti di proprietà intellettuale (Trips) nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). La prossima udienza è in programma il 29 gennaio. L’India è il più grande produttore mondiale di farmaci generici e -in particolare- dalle fabbriche del subcontinente esce più della metà dei medicinali utilizzati per curare l’Aids nei Paesi più poveri. Benché, fin dal 2005, la Wto abbia voluto imporre al governo indiano di concedere i brevetti sui farmaci, il Parlamento di Nuova Delhi ha approvato una legge molto attenta all’equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e diritti dei pazienti. Una legge che stabilisce, ad esempio, che i brevetti siano concessi solo per i farmaci veramente innovativi. “In questo modo -sostiene Msf- si previene una pratica molto diffusa tra le industrie farmaceutiche che tendono a chiedere brevetti anche per i miglioramenti insignificanti apportati sulle molecole già note e già in commercio. In questo modo le multinazionali ottengono spesso un prolungamento del brevetto e del conseguente monopolio sulla produzione di quel determinato principio attivo”. Una vittoria di Novartis bloccherebbe la produzione di generici indiani, che anche Msf usa per trattare l’80% dei suoi 80mila pazienti sieropositivi. Come ricorda Medici senza frontiere, “la Novartis non è nuova a questo genere di azioni”. Nel 1999 insieme ad altre 38 multinazionali farmaceutiche aveva citato in giudizio il Governo del Sudafrica per costringerlo a ritirare il “Medicine Act”, una legge che consentiva la produzione in loco di farmaci contro l’Aids a prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati dalle multinazionali. Allora le proteste dell’opinione pubblica di tutto il mondo costrinsero le 39 Big Pharma a ritirarsi dal processo nel 2001.
Fonte: www.altreconomia.it
Friday, 2 March 2007
Nuovo farmaco antimalarico a basso costo
Pensato soprattutto per i bambini, si chiama Asaq e si basa sulla combinazione di due principi attivi diversi. E’ stato realizzato dal colosso farmaceutico europeo Sanofi-Aventis in collaborazione con la Drug for Neglected Diseases Iniziative, un’organizzazione non-profit che fa capo a Medici Senza Frontiere. Privo di brevetto, potrà essere prodotto anche da altre case farmaceutiche.
La malaria, insieme all’AIDS, è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la malattia più pericolosa al mondo. Ogni anno causa la morte di 1,5-2 milioni di persone, concentrati nel sud del mondo. Sempre secondo la OMS, il 90% delle vittime sono bambini africani. Le aree più colpite sono infatti le regioni tropicali e subtropicali del continente nero, soprattutto la zona subsaharariana. Solo per l’Africa, si calcola un peso economico complessivo annuo di 8 miliardi di dollari.
Alcuni trattamenti antimalaria esistono già, ma hanno costi troppo alti per poter avere una rapida e significativa distribuzione nelle zone povere del pianeta. Sembra inoltre che almeno due diversi bacilli malarici abbiano sviluppato una resistenza ai farmaci finora studiati ed utilizzati. Erano già state studiate terapie che prevedevano combinazioni di più farmaci. Ma che andavano incontro a problemi di costo, nonché a difficoltà di somministrazione.
Asaq è la sigla di artesunate amodiaquine. Sono i due principi attivi che compongono il nuovo farmaco. A Sanofi-Aventis il merito di essere riuscita a combinarli in una sola compressa. I vantaggi sono chiari: i due componenti attaccano due diversi aspetti del parassita. Che, seppur resistente ad uno, sarà vulnerabile all’altro. Una sola pastiglia, due volte al giorno per un adulto, una volta al giorno per un bambino. Quindi ridotte difficoltà di somministrazione: le precedenti terapie combinate richiedevano l’ingerimento di sei capsule al giorno.Il farmaco non è stato brevettato: questo significa che altre aziende farmaceutiche potranno produrlo senza costi straordinari. Questo dovrebbe incentivare la concorrenza, e ridurre ulteriormente il costo del medicinale, che inizialmente verrà prodotto in Marocco. Risolte le questioni inerenti l’efficacia e la produzione, resta aperto il problema della distribuzione: raggiungere tutte le zone infestate dalla malaria non sarà certo facile.
Alberto Manara, fonte: www.nigrizia.it
La malaria, insieme all’AIDS, è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la malattia più pericolosa al mondo. Ogni anno causa la morte di 1,5-2 milioni di persone, concentrati nel sud del mondo. Sempre secondo la OMS, il 90% delle vittime sono bambini africani. Le aree più colpite sono infatti le regioni tropicali e subtropicali del continente nero, soprattutto la zona subsaharariana. Solo per l’Africa, si calcola un peso economico complessivo annuo di 8 miliardi di dollari.
Alcuni trattamenti antimalaria esistono già, ma hanno costi troppo alti per poter avere una rapida e significativa distribuzione nelle zone povere del pianeta. Sembra inoltre che almeno due diversi bacilli malarici abbiano sviluppato una resistenza ai farmaci finora studiati ed utilizzati. Erano già state studiate terapie che prevedevano combinazioni di più farmaci. Ma che andavano incontro a problemi di costo, nonché a difficoltà di somministrazione.
Asaq è la sigla di artesunate amodiaquine. Sono i due principi attivi che compongono il nuovo farmaco. A Sanofi-Aventis il merito di essere riuscita a combinarli in una sola compressa. I vantaggi sono chiari: i due componenti attaccano due diversi aspetti del parassita. Che, seppur resistente ad uno, sarà vulnerabile all’altro. Una sola pastiglia, due volte al giorno per un adulto, una volta al giorno per un bambino. Quindi ridotte difficoltà di somministrazione: le precedenti terapie combinate richiedevano l’ingerimento di sei capsule al giorno.Il farmaco non è stato brevettato: questo significa che altre aziende farmaceutiche potranno produrlo senza costi straordinari. Questo dovrebbe incentivare la concorrenza, e ridurre ulteriormente il costo del medicinale, che inizialmente verrà prodotto in Marocco. Risolte le questioni inerenti l’efficacia e la produzione, resta aperto il problema della distribuzione: raggiungere tutte le zone infestate dalla malaria non sarà certo facile.
Alberto Manara, fonte: www.nigrizia.it
Subscribe to:
Posts (Atom)