giovedì, 27 marzo, 2008 - La compagnia Anglo Platinum apre nuove miniere sudafricane nella regione di Limpopo e "migliaia di persone, specialmente donne, residenti nelle aree rurali hanno perso la loro terra e i principali mezzi di sostentamento per fare posto alle miniere di Anglo Platinum" - denuncia ActionAid in un rapporto. "I dislocati in nuovi insediamenti preparati dall’azienda ricevono soltanto minime compensazioni con poche possibilità quindi di ricominciare a condurre la propria vita". "Gli abitanti delle comunità, soprattutto le donne, hanno perduto i loro principali mezzi di sostentamento, l’accesso alla terra e all’acqua. Questo costituisce una violazione dei loro diritti umani più basilari" - dichiara Zanele Twala, direttrice generale di ActionAid in Sudafrica.
Ieri, alla presentazione del rapporto erano presenti anche i rappresentanti della Anglo Platinum che in un comunicato hanno dichiarato che non solo i risarcimenti sono stati adeguati ma anche la quantità di ettari coltivabili è quasi raddoppiato, mentre sulle accuse di contaminazione i rappresentanti della Anglo Platinum si sono riservati di rispondere durante una conferenza stampa che dovrebbe svolgersi la settimana prossima. Nessuna risposta sulle accuse di aver pagato le forze dell’ordine affinché agissero a loro favore e a quelle di aver effettuato un trasferimento forzato delle popolazioni tagliando acqua e elettricità nei villaggi. La Anglo Platinum ha infine dichiarato che se la Commissione per i Diritti Umani, alla quale ActionAid ha ieri sottoposto il rapporto, vorrà indagare sui risultati presentati, sarà la benvenuta, perché la compagnia ritiene di agire nel rispetto dei diritti umani
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I trasferimenti delle popolazioni nella regione di Limpopo hanno portato ad un incremento non solo del problema della fame e della povertà ma anche la distruzione delle tradizioni popolari delle popolazioni locali sostiene ActionAid. "Ci hanno fatto molte promesse ma nessuna si è rivelata vera" - afferma Isaac Pila, 72 anni, allontanato dal suo villaggio per fare spazio a una miniera e confinato in un’altra zona. "Il terreno qui non è adatto al pascolo e la mia gente non riesce nemmeno a coltivarlo. Ci avevano promesso che avremmo vissuto come nel nostro villaggio, anche meglio. Non è vero. La mia gente ora sta soffrendo la fame".
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