Ma la soddisfazione esternata si veste di una punta di inquietudine. “Una cosa è fissare la data; un’altra è rispettarla”, ha riassunto, tra gli altri, un responsabile del PDCI, il vecchio partito unico dei tempi di d'Houphouët Boigny.
Questa volta, però, il termine massimo pare credibile visto che l’ostacolo principale è stato sormontato. Portava sulle relazioni tra due entità chiave per lo stabilimento delle liste elettorali: l’Istituto Nazionale della Statistica (INS), un organismo sospettato di essere agli ordini della presidenza e che detiene i dati dell’ultimo censimento, e la Sagem, un’impresa francese ritenuta per l’organizzazione pratica dello scrutinio.
Le modalità di cooperazione tra l’INS e la Sagem sono oramai fissate da un decreto firmato da M. Gbagbo in presenza di diplomati stranieri. Non resta più che metterlo in atto. “Chiedo alla Sagem e a l’INS di non metterci i bastoni tra le ruote”, ha detto il capo dello Stato a qualche giornalista.
Il termine prima dell’elezione presidenziale – un po’ più di sette mesi – è effettivamente stretto. Le liste elettorali sono incomplete. Un mezzo milione d’Ivoiriens, senza documenti, devono ricevere una carta elettorale. E’ anche il caso di tutti i giovani elettori, di cui l’amministrazione non fa più repertorio dal tentativo di colpo di Stato del settembre 2001.
Se il processo arriva al suo termine, gli Ivoiriens dovrebbero avere la scelta in novembre tra, almeno, tre candidati : Laurent Gbagbo, il presidente uscente, Henri Konan Bédié, un ex presidente e Alassane Ouattara. Tre attori di lunga data della scena politica di un paese dove il 40% della popolazione ha meno di 15 anni.
Tratto dall'articolo di Jean-Pierre Tuquoi (Le Monde)
2 comments:
Io ci spero tanto.. anche se la vedo molto molto dura. Tu Alain, al di là dei proclami presidenziali, come la vedi? Ciao
Oddio, le premesse non sono da buttar via, è però vero che le difficoltà non sono proprio del tutto sormontate... In particolare credo che concludere il censimento e dare a tutti una tessera elettorale non sia cosa facile. E poi credo che se davvero non si vuole il bene del paese si fa molto prima a sfasciare tutti i buoni propositi che non arrivare a novembre prossimo! Stay tuned...
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