I rappresentanti dell'Unione Africana e il Governo dell'Unione delle Comore tentano di mettere fine alla crisi politica applicando sanzioni come la restrizione della libertà di movimento ed il congelamento dei beni contro le autorità ribelli di Anjouan, una delle tre isole che formano l'Unione.
Mohamed Bacar è al potere ad Anjouan dal 2001 in seguito ad un colpo di Stato ed ha vinto le elezioni nel 2002. La Corte Costituzionale quest'anno gli ha chiesto di ritirarsi poiché era scaduto il suo mandato ed ha nominato un Presidente ad interim fino alla data delle elezioni.
In giugno Bacar ha stampato in proprio le schede elettorali per poter essere votato ed ha effettuato e vinto le elezioni con il 90 % delle preferenze (anche se non so se sia il caso di parlare di 'preferenze'), che non sono state riconosciute né dalla Corte Costituzionale né dall'Unione Africana.
Le elezioni ad Anjouan hanno rilanciato le ostilità tra l'isola e le altre due che formano l'Unione, Grande-Comore e Moheli. Da allora si sono susseguiti tentativi di soluzione pacifica alla crisi, ma senza risultati.
Le sanzioni saranno sospese se e quando le autorità d'Anjouan accetteranno di organizzare delle nuove elezioni.
Le Comore hanno ottenuto l'indipendenza dalla Francia nel 1975, dopo ben 130 anni di regime coloniale. Nei trent'anni d'indipendenza hanno fronteggiato 19 tra colpi di Stato e tentativi di colpi di Stato.
In seguito alla secessione di Moheli e d'Anjouan dall'Isola di Grande-Comore del 1997 ed in base ai successivi negoziati del 2001, le tre isole hanno tre Governi semi-autonomi e tre Presidenti che presiedono a turno il Governo Federale dell'Unione.
(fonte: Jeune Afrique)
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