Thursday, 12 April 2007

Somalia: paura di tornare a casa

10 aprile, Nairobi

Malyuun Ibrahim dorme sotto un albero con 10 bambini da quando i recenti combattimenti l'hanno costretta ad abbandonare la sua casa nella zona nord di Mogadiscio. Ha 32 anni e gestisce un negozio. Si sono spostati nell'area Hawo Abdi per i profughi interni, un campo a sud del capitale.
I bambini, 4 suoi e 6 di altri parenti, hanno tra i 5 e i 14 anni e si sono spostati con lei: soffrono tutti di disturbi respiratori, dice il dottore del campo.
“Qui ci sono molti ammalati” sostiene Malyuun. Le priorità qui sono cibo, acqua e rifugio. Malyuun spera di trovare qualcosa con cui coprire l'albero in caso di pioggia.
Lei è una delle 10000 persone che hanno lasciato Mogadiscio in seguito agli scontri con le truppe etiopiche di due settimane fa.
Mentre in città è ritornata la calma, i profughi sono riluttanti all'idea di tornare a casa, poiché hanno paura di nuovi scontri, come riferisce la presidentessa di un gruppo della società civile arrivato qui per aiutare i profughi. Molti non credono però che il cessate-il-fuoco, stipulato il primo aprile tra i capi clan e gli etiopici, possa durare.
Mahamud Sahid, uno dei tre dottori volontari che visitano i profughi del campo riferisce che la salute di queste persone sta peggiorando. Molti soffrono di diarrea e di disturbi respiratori e della pelle: il 90% dei pazienti sono bambini. Egli aggiunge anche che molti dei profughi erano già deboli e che necessitano di un tetto prima dell'inizio delle piogge Gu, che di solito arrivano in aprile.
Intanto, i capi clan che hanno negoziato la tregua con le truppe etiopiche affermano che sono state uccise 1000 persone e ne sono state ferite oltre 4000 e la maggior parte di essi errano civili. Ritengono necessario l'intervento di una forza internazionale per constatare le devastazioni. Continuano le trattative tra gli Hawiye e gli etiopici, che si stanno prodigando affinché la tregua regga, riferiscono i capi clan.

Fonte: allafrica.com

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