Saturday, 29 March 2008

Oggi si vota in Zimbabwe

Tutti i sondaggi prevedono la vittoria dell'"uscente" Mugabe, al potere dagli Anni Ottanta. Non uscirà perché Mugabe ha infatti già chiarito più volte di non aver alcuna intenzione di lasciare il potere.
Dalle prime ore del mattino molti zimbabweani si sono messi in coda per eleggere il futuro presidente. Le condizioni in cui si stanno tenendo in queste ore le elezioni, politiche ed amministrative, sono molto difficoltose. Non è prevista la presenza di osservatori internazionali indipendenti né è stata nel frattempo varata l'attesa Costituzione democratica. Le circoscrizioni sono state ridisegnate al fine di favorire il partito di Mugabe, lo Zanu-Pf, che raccoglie ampi consensi nelle zone rurali.
Nel frattempo la disastrosa situazione economica del Paese, che fino a qualche anno fa era tra i più fiorenti del Continente, non accenna a migliorare. L'inflazione è al 100mila per cento e la disoccupazione all'80%, la più alta del mondo: chi ha la possibilità di andarsene, lo fa.
Gli sfidanti sono il leader del partito di opposizione Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), Morgan Tsvangirai e l'ex-ministro delle finanze di Mugabe, Simba Makoni, che rappresenterebbe secondo alcuni il primo segno di cambiamento del Paese, ma che è dato intorno all'8%. Tsvangirai invece potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nella politica e nella politica economica dello Zimbabwe (dato al 28%). L'unica possibilità per l'alternanza è costituita dal ballottaggio: i due sfidanti infatti hanno già affermato di volersi coalizzare in caso di una seconda chiamata alle urne.
Entrambi hanno denunciato preventivamente brogli, che però non potranno essere monitorati. M
ugabe ha deciso infatti di aprire le porte a osservatori (oltre agli africani) che arrivano solo da paesi amici: Venezuela, Cina, Corea del Nord e Iran. Mugabe ha però respinto le accuse di brogli.
Il Presidente intanto agita lo spettro delle violenze post-elezioni kenyote, affermando che qualsiasi tentativo violento di opposizione ai risultati delle urne sarà duramente represso.
Nel Paese è da tempo stroncata ogni forma di opposizione e la Chiesa ha fatto la sua parte, destituendo il settembre scorso uno dei più fieri avversari di Mugabe, Pius Ncube.

Fonti: nigrizia, nigrizia, corriere, adnkronos, agi.

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