Quando leggo articoli del genere mi faccio un sacco di domande cui preferei non rispondere.
Vorrei capire perché delle persone, che io e il diritto definiamo migranti, perché sono persone che stanno migrando, vengono definite dai giornalisti clandestini.
Mi piace pensare che sia per ignoranza, perché non sanno che quelli, tecnicamente, non sono ancora clandestini.
Temo invece che si tratti di un errore malizioso, teso a creare allarme e senso di insicurezza nel lettore che ingenuamente legge l'articolo.
Mi disgusta l'idea che dei grassi giornalisti nati dalla parte fortunata del mondo abbiano l'ardire e la faccia tosta di etichettare dei disperati come clandestini, come persone la cui vita è clandestina (mentre, al limite, si tratta di persone che fanno ingresso in Italia senza i documenti necessari).
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