CÔTE D'IVOIRE - 4 giugno 2008
L’ex capo ribelle ivoriano Ibrahim Coulibaly, attualmente in fuga, è stato condannato mercoledì a 4 anni di prigione dal “tribunal correctionnel” di Parigi per un progetto di colpo di Stato in Costa d’Avorio in 2003 mirante a rovesciare Laurent Gbagbo.
La 16esima camera del tribunale di correzione di Parigi ha riconosciuto Coulibaly, 44 anni, colpevole di “direzione o organizzazione di raggruppamenti aventi per oggetti un’attività mercenaria” e l’ha condannato a 4 anni di reclusione.
Il vecchio capo ribelle è accusato dal 18 dicembre 2007 da un mandato d’arresto francese, che il tribunale ha confermato.
Questo ex-sergente-capo, sopranominato “IB” e “Major”, rischiava fino a sette anni di prigione. Aveva contestato di aver fomentato un tale progetto in agosto 2003, in una dichiarazione a l’AFP del 11 marzo, dove spiegava che non si sarebbe presentato ugualmente al suo processo.
Tredici accusati erano perseguiti in questa cartella in virtù della legge del 14 aprile 2003, che ha introdotto nel diritto penale francese il delitto di mercenariato.
Oltre M. Coulibaly il tribunale ha condannato a delle pene dai 10 mesi ai 30 mesi di reclusione altri sette colpevoli di avere organizzato il progetto del colpo di Stato. Cinque altri, dei vecchi legionari sospettati di essere dei mercenari, sono stati assolti dal delitto di “partecipazione a una attività di mercenariato.”
Tutti gli accusati erano stati interpellati in Francia a fine agosto 2003, in seguito alle informazioni pervenute alla “Direction de la surveillance du territoire” (DST) (Direzione della sicurezza del territorio)
Durante il processo, in marzo a Parigi, alcuni dei presunti mercenary avevano riconosciuto che l’obiettivo, con la giustificazione di una missione di formazione in Costa d’Avorio, era di “uccidere” Laurent Gbagbo attaccando il suo convoglio presidenziale con un lancia-missile.
Nella sua sentenza, il tribunale, presidiato da Jean-Claude Kross, ha stimato che Ibrahim Coulibaly ha finanziato la fase de reclutamento e una parte dell’operazione progettata e che le sue smentite parivano tanto più spogliate di fondamenti quanto più si sottrae alla giustizia.
L’avvocato Mamadou Diomandé, vicino a IB, e il vecchio poliziotto Paul Leonelli, considerati dall’accusa come “gli organizzatori” del progetto, sono stati condannati a 30 mesi di reclusione.
Sono stati giudicati ugualmente degli “assistenti” che hanno aggiunto un aiuto materiale o contribuito al reclutamento dei mercenari: Pierre Mas e François Leonelli sono stati condannati a 2 anni, Jean-Michel Chapuis a 18 mesi, Hassan Sakr e Daniel Pohl a 12 mesi.
I vecchi legionari e i presunti “hommes de main” (uomini di mano) Jürgen Pohl, Peter Pohl, Jacky Muliakaaka, Eric Valentin e Vea sono stati assolti dal delitto di mercenariato.
Il tribunale ha infatti notato l’assenza di un “minimo inizio di un atto d’esecuzione concreto e diretto di partecipazione ad un’azione violenta certificata”, come lo prevede questa infrazione.
Vea è stato nel frattempo condannato a 6 mesi di prigione per detenzione d’arma.
(TRATTO DA
JEUNE AFRIQUE)