Sunday, 30 December 2007

Il raggruppamento degli ex combattenti è iniziato

Dei soldati Ivoiriani Lealisti (loyalistes) si sono ritirati sabato dall'ex linea del fronte, nel corso di una cerimonia a Tiébissou, nel centro del paese, sottolineando il rilancio del processo di disarmo degli ex combattenti conformemente a l'accordo complementare del 29 novembre.

Il presidente Laurent Gbagbo, il primo ministro Guillaume Soro, che è anche il leader dell'ex ribellione delle "Forces Nouvelles", così come il nuovo rappresentante del segretariato generale delle nazioni unite in Costa d'Avorio, il Sud Coreano, Jin Young Choi, erano presenti a questa cerimonia.

Tiébissou è l'ultimo avanposto delle forze armate nazionali della Costa d'Avorio (FANCI, loyalistes) sulla vecchia linea del fronte avendo separato le forze loyaliste e ribelli per più di quattro anni.

Al termine della cerimonia, la squadra dei FANCI, presente a Tiébissou, che è l'equivalente di una compagnia di 150 persone, si è raggruppata a Yamoussoukro, la capitale politica e amministrativa del paese, situata a una quarantina di km a sud di Tiébissou.

Un movimento simile ha avuto luogo a Djébonoua in zona ribelle dove le "Forces Nouvelles" (FN, ex rebellion) si sono ripiegate su Bouaké a nord a una ventina di km.

Il disarmo degli ex combattenti non ha mai avuto inizio prima d'ora sia per delle ragioni legate al modus operandi che per il futuro di questi ex combattenti, stimati circa 42000 persone per le FN e 5500 per i militari regolari.

Questo programma è stato rilanciato tramite un accordo complementare firmato il 29 novembre a Korhogo dalla parte presidenziale, le FN e la facilitazione.

L'Unione africana ha salutato venerdì, durante una riunione del consiglio di pace e della sicurezza, l'evoluzione incoraggiante della situazione in Costa d'Avorio.

Essa ha esortato ad un'accelerazione dei processi d'identificazione e di iscrizione delle liste elettorali in vista dell'organizzazione d'elezione generale, considerate come la vera chiave di svolta della crisi.

Friday, 28 December 2007

Niente cenone di Capodanno per i bambini del Darfur


(foto del New York Times)

Il nuovo rapporto dell' ONU non lascia spazio alle speranze, neanche in questi giorni di feste e celebrazioni: il 16,1% di bambini del Darfur sono malnutriti, contro il 12,9 % dell'anno scorso. Tra i 6 e i 29 mesi di età e nel Nord Darfur, i casi peggiori di malnutrizione. Il dossier ha confrontato i dati provienienti dai campi profughi, dove sono costretti a vivere oltre due milioni di persone, e dalle aree colpite dalla guerra.
In Darfur operano oltre 80 ONG e tredicimila operatori umanitari ma, nonostante il loro impegno e le enormi risorse finanziare messe in campo, le condizioni igieniche, la distribuzione dei viveri e le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare, e si moltiplicano gli attacchi agli operatori umanitari, aumentati del 150%.
Mentre a Karthoum sfrecciano i SUV ei fuoristrada, i campi allestiti in Darfur si riempiono all'inverosimile di madri depresse e di bambini esangui.
Madri a cui è rimasta solo la forza di piangere la scomparsa dei loro figli.

Fonte: Italians for Darfur

Wednesday, 26 December 2007

Natale Africano

In Ghana il Natale è la festa che diventa occasione per andare a trovare parenti e amici che vivono in villaggi lontani. Il pranzo natalizio prevede riso, pollo, agnello e frutta. Nelle famiglie cristiane viene fatto l’albero, ma ovviamente non si tratta né di un pino né di un abete: il mango è quello più diffuso.

In Kenya le chiese cristiane vengono addobbate con fiori colorati, gli stessi che decorano gli alberi di Natale. Le famiglie si riuniscono per il pranzo, mentre i bambini girano di casa in casa chiedendo piccoli doni e dolcetti (tipo Halloween!). Il piatto tradizionale è il nyama choma, arrosto di capra.

In Sudafrica il Natale cade nel bel mezzo delle vacanze estive. Così il 25 di dicembre diventa una scusa per passare una giornata al mare.

In Zimbabwe, il giorno di Kisimusi (Natale) gli adulti regalano doni ai bambini. Il centro delle celebrazioni è il pranzo, che raccoglie molte famiglie intorno alla stessa tavola imbandita con porridge, arrosto, verdure e dolci.

Fonte: Blog Grandtour.


Monday, 10 December 2007

Web attivati!: 'Push out the war from Darfur!"


Diventa un Web attivista IB4D: aiutaci a fermare il genocidio in Darfur!

Vorreste aiutarci a creare un toolkit per il WEBATTIVISMO 2.0? Creare, diffondere, inseminare: scripts e widget che raccoglieremo per coinvolgere anche chi vuole "attivarsi" solo tramite internet per i diritti umani sul Darfur e le altre crisi umanitarie dimenticate (es. invio email, lettere). Se conoscete qualcuno che abbia il buon cuore di provarci, potreste indicarcelo o invitarlo a collaborare alla nostra iniziativa on-line?
Ad esempio ideare un contest per creare altri wallpapers come questo e diffonderli on-line. Intanto potete invitare i vostri amici e lettori a web-attivarsi per il Darfur, impegnandovi a dare notizie sul Darfur e le altre crisi umanitarie dimenticate tramite il vostro blog, firmando l'appello on-line e partecipando all'iniziativa "Io bloggo per il Darfur" (Italians for Darfur)

Sunday, 9 December 2007

Si è aperto ieri il summit Unione Europea- Africa: non si parlerà di Darfur

Yesterday was opened the European Union - Africa summit: Darfur's not in the agenda

Lisbona ospita da ieri il secondo vertice Unione Europea-Africa, a cui partecipano 70 capi di Stato e di governo dei due continenti. Parlamentari, scrittori e intellettuali europei e africani hanno lanciato numerosi appelli ai leaders europei affinchè si parlasse di Darfur e Zimbabwe. Anche 50 tra ONG e associazioni per i diritti umani, tra cui Italians for Darfur, hanno inviato una lettera di condanna per l'assenza del Darfur e dello Zimbabwe dall'agenda ufficiale del summit.

Al-Bashir e Mugabe presenti, Gordon Brown assente per non incontrarli. Cresce il sospetto che non si voglia parlare dei problemi più scottanti. L'Europa cerca, in sostanza, di recuperare terreno rispetto alla Cina, la più agguerrita concorrente in affari, che non pone domande e non pone vincoli. L'obiettivo, palesato da IlSole24Ore, è quello di riprendere in mano la situazione.

L'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che condanna i ritardi della missione ONU in Darfur e l'atteggiamento ostativo del Sudan, cade nel vuoto: nessun Paese fornirà i 24 elicotteri necessari all'impiego della forza di pace ONU in Darfur. Un nuovo rapporto, che sarà presto presentato al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU, denuncia inoltre che tra il 15 giugno e la metà di novembre ben 15 attacchi aerei e terrestri sono stati compiuti dall'esercito sudanese causando l'uccisione di centinaia di civili e lo stupro di altrettante donne.

Questo mese, Presidente del Consiglio di Sicurezza è l' italiano Marcello Spatafora. Scrivete a questo indirizzo per chiedere al Consiglio di Sicurezza ONU di dare una svolta alla crisi in Darfur (Fonte: Italians for Darfur):

Ambassador Marcello Spatafora
Permanent Mission of Italy to the United Nations
Two United Nations Plaza, 24th Floor
New York, NY 10017

Saturday, 8 December 2007

Epidemia di Ebola in Uganda

Ebola-spreading in Uganda

Negli ultimi giorni in Uganda si sono avuti almeno 23 morti e 93 infettati a causa del virus Ebola, una febbre emorragica altamente contagiosa, in particolare nella zona occidentale dello Stato.

L'ultimo morto è di ieri e viveva nel distretto di Bundibugyo, centro di 250000 abitanti ed epicentro del contagio. In quella zona centinaia di persone sono sotto osservazione secondo Sam Okware, del Ministero della Salute del Paese (foto in un articolo dell'agenzia AFP).

Thursday, 6 December 2007

Verona. I diritti non li concede nessuno: i diritti si strappano!


Una manifestazione con cinquecento tra migranti, precari, cittadini. L’indignazione contro il razzismo, la reorica securitaria che vuol bandire i poveri dalla città, il silenzio dietro il quale si vorrebbe costruire una città del terrorismo e dell’insicurezza. Non solo una battaglia dal basso per i diritti negati, ma una presa di parola che riappropria il centro cittadino al protagonismo dei migranti.

Un presidio partecipato, innanzitutto. E poi un confronto secco con l’amministrazione leghista e fascista della città, con le agenzie immobiliari che rifiutano la casa ai migranti, con la polizia. Dopo una serie di interventi al microfono in cui è stato espresso il vissuto di rabbia dell’immigrazione, l’impossibiltà di trovare casa e poi la contraddizione tra la centralità del lavoro migrante nella produzione di valore nel ciclo dell’economia del nordest e il suo disconoscimento sociale, alcuni migranti si sono incatenati al comune respingendo i cordoni della polizia, aprendosi lo spazio, imponendo un incontro al prefetto. La rivendicazione della sicurezza nel rinnovo del permesso di soggiorno. Il rifiuto del controllo continuo e accanito delle guardie municipali, autentica polizia privata di Tosi, il diritto alla casa. Alla salute. Ad una vita dignitosa.

Hanno partecipato al sit-in anche: csoa la chimica, pink, sinistra critica

Già alle 15.30, trecento persone iniziano a presidiare la piazza.
Si susseguono interventi al microfono tra migranti e realtà di movimento. Vengono fatte ascoltare pubblicamente le telefonate alle agenzie immobiliari.
Si chiede un incontro immediato con il Prefetto per ottenere:
-la proroga del vecchio permesso di soggiorno fino alla consegna del nuovo permesso;
-la cancellazione delle delibere AGEC che rendono più difficile agli immigrati l’accesso alla casa pubblica;
-la cancellazione della delibera comunale che ha alzato di nuovo i parametri per l’idoneità dell’alloggio;
-l’immediato stop di tutte le azioni della polizia municipale contro gli esercizi commerciali degli immigrati e contro gli ambulanti.

Alle 17 il prefetto rinvia l’incontro a lunedì: i manifestanti, decisi a non cambiare le proprie richieste, scelgono di incatenarsi davanti al comune. Tensione con la polizia che cerca di impedirlo.

Dopo mezz'ora il Prefetto accetta l’incontro ed una delegazione si reca in Prefettura.
Il prefetto accetta di aprire un tavolo di trattativa. (tratto da: global project)