Tuesday 10 July 2007

Popolo tribale in pericolo: gli Hadzabe della Tanzania

Finalmente pubblico qualcosa sulla Tanzania, primo paese del continente che ho avuto la fortuna di visitare e che mi ha rapito per primo.

Bimbi Hadzabe. Fonte per la foto: www.civilia.es


La notizia ricorda quella che detti sui Bushmen verso la fine dell'anno scorso. I boscimani, in italiano, sono una popolazione tribale che il governo del Botswana ha sfrattato dalle terre in cui viveva per permettere alla De Beers di sfruttare i giacimenti di diamanti di cui il paese è ricco. L’esperienza dei boscimani ha messo in luce come non solo il forzato e radicale cambiamento di vita abbia concretamente piegato la popolazione, ma anche come le conseguenze soprattutto sui giovani siano devastanti: la perdita di identità culturale li ha resi facili preda di alcol e droga; la disoccupazione e l’aids, malattia sconosciuta prima, hanno fatto il resto.


È la creazione di una nuova area per safari che potrebbe mettere a rischio la vita degli Hadzabe, una delle ultime popolazioni tribali africane, che vivono da almeno 50 mila anni nella valle Yaida, e che tutt'oggi vivono di caccia e raccolta. A minacciare le tribù degli hadzabe, tra i 1.500 e i 2.000 individui, è una società araba, la UAE Safaris Ltd, di proprietà della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti. I principi arabi vogliono più spazio per uno dei loro giochi preferiti: la caccia di animali esotici, in una zona di circa 4000 kmq adiacente al parco nazionale del Serengeti.
L’anno scorso, gli arabi hanno comprato l’area, vicina alla valle Yaida nel distretto di Mbulu, a 200 chilometri dalla città di Arusha. In poco tempo anche una seconda zona , compreso il lago Eyasi, è entrata nella trattativa per far parte dell’area dedicata al safari.

A fine maggio 2007, il Consiglio del distretto di Karatè ha annullato l’accordo, riconoscendo che la creazione del safari mette seriamente in pericolo non solo le tradizioni e gli stili di vita degli hadzabe, ma la loro stessa sopravvivenza. Se la concessione venisse accordata, gli hadzabe non avrebbero infatti più accesso alle loro risorse alimentari, come la selvaggina e i tuberi selvatici. Si ritroverebbero condannati alla fame e alla malattia, perché la zona prevista per il loro insediamento si caratterizza per un clima caldo e secco, inadatto all’agricoltura, attività che peraltro loro non hanno mai praticato. In giugno è partito un secondo round di trattative, ma stavolta i principi arabi potrebbero godere di un supporto più forte da parte del governo tanzaniano.
Già 40 anni fa gli hadzabe era stati forzati ad abbandonare le loro terre per andare a vivere in villaggi stanziali, nella speranza di riuscire a “svilupparli”, a far “trovar loro un lavoro”. Non funzionò: gli hadzabe durarono solo pochi giorni nel loro villaggio, e tornarono presto alla loro vita fatta all’aria aperta fatta di caccia e scandita dai ritmi della natura. Oggi molti di loro sono costretti a vivere in insediamenti costituiti dalle caratteristiche capanne di paglia, ma si spostano ancora nel territorio circostante alla ricerca di cibo. Ora Dar Es Salaam ha cominciato una nuova campagna per la loro sedentarizzazione: “Vogliamo che vadano a scuola” hanno dichiarato i ministri tanzaniani “ Vogliamo che si vestano. Vogliamo che siano decenti.”

Anche gli hadzabe, come i boscimani, si stanno organizzando in associazioni per sostenere e difendere i loro diritti, ma devono far fronte alle intimidazioni della polizia locale: arresti arbitrari, percosse, pressioni, minacce.

Per maggiori info sugli hadzabe, andate al sito di Survival, una ong internazionale che difende i diritti delle popolazioni tribali.

Fonte: www.nigrizia.it

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