Sunday 22 July 2007

Rinvio per la seduta sul caso Pfizer in Nigeria

La causa tra la Pfizer e il governo nigeriano di cui ho parlato a inizio luglio ha visto una nuova seduta della corte venerdì 20 luglio.
Nel 1996 un'epidemia di meningite colpì la Nigeria ed in particolare lo stato del Kano, a nord del paese. In quel periodo Pfizer sperimentò senza autorizzazione un nuovo farmaco, il Trovan, su 200 bambini, 18 dei quali sono morti (11 secondo Pfizer) e altri dei quali hanno riportato danni permanenti.
A inizio giugno il governo africano chiedeva 7 miliardi di dollari alla casa farmaceutica per la responsabilità di tali danni sui bambini.
Pfizer sostiene la non sussistenza di un legame tra la sperimentazione del farmaco e tali conseguenze sui bambini, causate invece dalla meningite.
Dimentica però il fatto che aver sperimentato Trovan, con la sospensione dell'utilizzo dell'antibiotico cloramfenicolo utilizzato nello stesso ospedale su altri pazienti da Medecins sans frontières (come ricordato da Zadig), può esser stato fatale per i bambini e, in tal caso, deve inchiodare alla proprie responsabilità l'azienda.

Secondo BBC ora il governo dispone di nuove prove contro Pfizer, poiché è stato dimostrato che che non ottenne in consenso delle famiglie alla sperimentazione, cosa che invece era obbligatoria. La casa farmaceutica sostiene invece che si debba parlare di "rappresentazione fraudolenta" più che di frode delle famiglie, una definizione più soft che permetterebbe di raggiungere una condanna meno pesante. Il 12 luglio, inoltre, un responsabile del gruppo in Nigeria ha affermato di aver ricevuto l'autorizzazione delle autorità nigeriane prima di procedere ai test terapeutici.

Nella seduta di venerdì la Nigeria ha presentato una nuova denuncia contro il gigante farmaceutico americano, reclamando un risarcimento di 769,4 miliardi di naira, pari a circa 6 miliardi di dollari. A sorpresa in mattinata l'avvocato del governo federale, la signora Babatunde Irukera, aveva ritirato la prima denuncia di 7 miliardi.
Secondo AGI la causa di questa relativa marcia indietro è data dal fatto che il processo rischia di saltare a causa di un cavillo legale, cioè gli 11 anni di ritardo con cui esso è stato avviato. La nuova istanza è utile al fine di spiegare che il ritardo e' dovuto all'attesa degli esiti di un processo sullo stesso caso che si teneva negli Stati Uniti.
Nel nuovo documento l'accusa chiede inoltre alla Corte di concludere che i test effettuati nel nord del paese erano "illegali e reprensibili" e "non avevano nessun scopo umanitario ma solo fini commerciali".

Anche lo stato del Kano, il più colpito dall'epidemia, ha avviato una causa civile contro l'impresa multinazionale, chiedendo un risarcimento di 2,75 miliardi di dollari. Quest'ultimo processo è aggiornato al 3 ottobre.

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