Saturday 28 July 2007

Crisi economica e repressioni in Zimbabwe


Continua la crisi economica e sociale in Zimbabwe (qualche vecchio post qui). L’inflazione, la siccità e le politiche del governo continuano ad aggravare la situazione economica del Paese. L'ultimo provvedimento per il dimezzamento dei prezzi dei generi alimentari voluto dal presidente (in questo post) non ha certamente risolto la situazione di estrema scarsità di generi alimentari. Secondo la FAO un terzo degli abitanti dello Zimbabwe (4 milioni di persone) ha bisogno di un aiuto alimentare. Ora è stato presentato in Parlamento un disegno di legge per nazionalizzare le imprese straniere presenti sul suo territorio. Questo provvedimento rischia però di disincentivare ulteriormente gli investimenti stranieri nel Paese. Nel frattempo, continua la campagna di discredito degli oppositori del governo.

In un rapporto di Amnesty International, inoltre, è emerso che Harare avrebbe intensificato la repressione soprattutto ai danni delle donne, che si sono mobilitate contro il governo. I delegati dell'organizzazione per i diritti umani hanno raccolto testimonianze da moltissime zone del paese, sia in contesti rurali che urbani.
"Il governo dello Zimbabwe deve affrontare i problemi economici e sociali che stanno spingendo le donne alla protesta", afferma Irene Khan, segretaria generale di Amnesty, "anziché attaccarle e criminalizzare le loro legittime azioni in difesa dei diritti umani".
Le donne hanno riferito ai rappresentanti di Amnesty che sono moltissimi i difensori dei diritti umani arrestati e imprigionati arbitrariamente per aver svolto marce pacifiche o organizzato riunioni nel corso degli ultimi due anni. Molte donne tra quelle intervistate hanno raccontato di aver subito violenze di vario tipo, da pestaggi a maltrattamenti e, in alcuni casi, di aver subito torture.
Alcune sono state imprigionate insieme ai propri figli o in stato di gravidanza, "in condizioni deplorevoli e ben lontane dagli standard internazionali", denuncia ancora Amnesty.
La polizia spesso accusa le dimostranti di essere uno strumento nelle mani di Gran Bretagna e Usa per rovesciare il governo e di lavorare contro il regime. Secondo Khan, "il governo non solo fabbrica false accuse nei confronti delle attiviste, ma omette anche di riconoscere le proprie responsabilita' per la situazione disperata in cui le donne si trovano".
(qui l'articolo AGI sul rapporto Amnesty e qui quello di Agenzia Fides sulla crisi economica e politica)

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