Monday 18 February 2008

Elezioni a Gibuti

Scusandomi innanzitutto per la latitanza, riporto ora un articolo apparso su nigrizia.it questa settimana e che rappresenta secondo me una buona analisi di ciò che sta accadendo nel piccolissimo ma potente Paese del corno d'Africa.

Nessuna sorpresa dal voto in Gibuti: l’Unione per la maggioranza presidenziale, che sostiene il presidente Ismail Omar Guelleh (nella foto mentre vota), ha vinto con larghissimo scarto, assicurandosi i 65 seggi previsti. Secondo le fonti ufficiali, il tasso di partecipazione è stato del 72%, il più elevato degli ultimi 15 anni.
Tuttavia, il largo successo è dovuto senz’altro all’assenza dell’Unione per l’alternanza democratica, alleanza che riunisce i 5 principali partiti di opposizione, e che ha disertato le urne per protesta contro un sistema elettorale che, a loro avviso, avrebbe comunque garantito alla maggioranza uscente i seggi necessari alla propria riconferma. Le elezioni si sono svolte con uno scrutinio maggioritario ad un solo turno.
Il basso astensionismo va analizzato con cautela. La popolazione dello stato del Corno d’Africa, una nazione piccola ma con una rilevante importanza strategica, è di circa 800mila abitanti. Eppure, gli aventi diritto iscritti ai registri elettorali erano solo 151.490, secondo i dati diffusi del ministero degli interni gibutiano. Una larga fetta di popolazione potrebbe essere stata esclusa dall’esercizio democratico del voto.
Il governo gibutiano, reduce da recenti accadimenti controversi, come gli arresti del sacerdote diocesano De Pretis e dell’attivista per i diritti umani Abdi, avrebbe inoltre imposto diverse restrizioni alla libertà di opinione. Molti membri dei partiti di opposizione sarebbero infatti stati condannati agli arresti domiciliari nel periodo immediatamente precedente le elezioni.

Fonte: nigrizia

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