Thursday 14 June 2007

Giornata mondiale contro il lavoro minorile

132 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni lavorano nei campi. Lo denuncia l’ILO (International Labour Office), in occasione di questa Giornata, quest’anno focalizzata sul lavoro in agricoltura. L’agricoltura è infatti il settore con il maggior numero di piccoli lavoratori, ben il 70% del totale. In alcune zone rurali, sempre secondo l’ILO, i minori di dieci anni rappresentano fino al 20% della forza lavoro.
I ragazzi sono impiegati in tutti i diversi settori del lavoro agricolo, uno dei più dannosi per la salute. L’ampio uso di pesticidi costituisce infatti una grave minaccia ai loro gracili corpi.
Per dare un forte segnale contro questo fenomeno l’ILO, la FAO (Organizzazione ONU per l’agricoltura e l’alimentazione) e la FIPA (federazione internazionale dei produttori agricoli) hanno firmato oggi un accordo di partenariato con l'obiettivo: fare pressioni sui governi per l’applicazione delle leggi contro l’impiego dei piccoli in attività pericolose, per la loro integrazione scolastica e la riduzione delle disparità nell’educazione fra zone urbane e rurali e fra maschi e femmine, per il miglioramento delle condizioni di vita nelle campagne.
Il lavoro minorile impedisce infatti un’adeguata istruzione e di conseguenza non permette di sviluppare potenzialità per un futuro migliore. Le piccole sono ancor più penalizzate: oltre a lavorare fuori hanno la responsabilità di duri compiti familiari, condizioni di vita che arrivano anche a pregiudicare la loro salute ed il loro benessere.
Secondo Juan Somavia, direttore generale dell’ILO, la prospettiva è quella di eliminare le peggiori forme del lavoro minorile entro il 2016, un obiettivo che si potrà raggiungere proprio grazie alla cooperazione tra le varie realtà impegnate nella lotta contro lo sfruttamento dei piccoli.
Nonostante questa prospettiva ottimistica, la realtà è ben lungi dall'eliminazione del fenomeno. Secondo l'ILO, però, fra il 2000 ed il 2004 il numero dei minorenni lavoratori è sceso da 246 milioni a 218 milioni (-11%).
Purtroppo, le spese sociali, comprese quelle a sostegno dell'educazione, che contribuirebbero a sradicare il fenomeno, subiscono anno dopo anno cospicui tagli.

Fonte: www.nigrizia.it

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