Monday 10 August 2009

Ancora sul ddl sicurezza: bimbi invisibili?

L'"informazione" fornita dal principale quotidiano locale veronese, è notorio, non può essere definita tale e nel caso del ddl sicurezza possiamo parlare di malinformazione.Mi rendo conto che la materia, nel caso specifico del ddl sicurezza, sia complessa anche per i giuristi che si occupano puntualmente di ciò, per cui non possiamo chiedere troppa precisione ai pubblicisti dell'Arena.

D'altro lato, il vero problema, di cui forse i sedicenti professionisti non si rendono conto, è che per migliaia di persone, un'articolo dell'Arena costituisce una verità incontestabile e quindi sarebbe buona norma (di buon senso, non dico giornalistica) che essi controllassero non una ma due, tre, quattro volte ogni concetto ivi espresso.

Vediamo in particolare uno degli strafalcioni sul ddl sicurezza che possono aver generato il panico, come spesso succede, nei migranti veronesi, che per loro sfortuna, si sono trovati a leggere gli articoli.
Cito da L'Arena 9 agosto, pag. 3:
"«BIMBI INVISIBILI». Con la nuova legge, per alcuni giursti c’è il rischio che i bimbi delle clandestine nati in Italia non vengano registrati, in quando limiterebbe il diritto ad un permesso di sei mesi alle puerpere, previsto dalla Bossi-Fini e perché per l’ufficiale all’anagrafe scatterebbe immediato l’obbligo di denuncia. In più, per avere una prestazione pubblica (come l’iscrizione all’anagrafe) servono il passaporto o il permesso di soggiorno, altrimenti i bambini non possono essere riconosciuti e diventerebbero così adottabili."

Vediamo invece cosa scrive il Ministero dell'Interno sulla stessa questione 2 giorni prima:
"Le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita - dello stato civile) non richiedono l’esibizione di documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell'interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto."

Quindi, in ogni caso, i bambini potranno essere registrati all'anagrafe. Se poi le persone, giustamente spaventate, non li registreranno, sarà anche merito di questo tipo di articoli.L'articolista fa confusione su molti punti:

1) Il rischio della non registrazione dei bambini deriva dal fatto che è stato introdotto, per gli atti di stato civile (matrimonio, nascita, morte) l'obbligo di presentare un titolo di soggiorno valido e non da un fantomatico limite posto al diritto di permesso di soggiorno alle puerpere.

2) In generale, la madre (e se sposati, il padre) ha diritto ad un permesso di soggiorno per donna in stato di gravidanza fino a quando il figlio compie 6 mesi: l'unico vincolo è che deve essere in possesso di passaporto. Se non ha il passaporto la Questura non può dare il permesso.

3) La circolare del Mininterno (alla pagina linkata sopra) specifica però che per la nascita e per il diritto di filiazione (riconoscimento del figlio), diversamente da altri atti di stato civile come il matrimonio, "non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell'interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto" (lasciatemelo dire: un pò di buon senso!)

4) sulla limitazione al diritto al permesso di soggiorno alle donne in stato di gravidanza, che viene rinnovato con la nascita del bimb* fino ai sei mesi di età dello stesso (e non solo alle puerpere, cioè le donne che hanno già partorito): non è stata fatta alcuna modifica all'art.19 comma 2 lettera d), che tutela la maternità e l'infanzia sulla base di principi costituzionali e di convenzioni sui diritti umani.

5) L'articolista parla solo di puerpere, quindi di donne, ma invece anche gli uomini hanno diritto a questo tipo di permesso: sulla base della sentenza della corte costituzionale 376 del 27 luglio 2000, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della presente lettera "nella parte in cui non estende il divieto di espulsione al marito convivente della donna in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio", anche il marito della donna in stato di gravidanza ha diritto ad un permesso di soggiorno alle stesse condizioni.

6) rimane certo un problema, per chi, non essendo in possesso di passaporto, o non essendo informat* del suo diritto al permesso, avrà un figli* da irregolare: ella/egli potrà dichiarare il figli*, ma, in quel momento l'ufficiale d'anagrafe avrà notizia di reato (reato di clandestinità) e dovrà denunciarla. Solo le prassi operative e le circolari del ministero ci diranno cosa sarà di questi bimbi.

Scusate la pesantezza di questo post!

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