Thursday 17 January 2008

Violenze in Kenya e colpevole silenzio della stampa italiana

Violences in Kenya

Chiedo venia della prolungata assenza, collegata alla necessità di lavorare che ogni tanto affligge anche me (anche se nessuno ci crede). Continuo a riflettere sui tafferugli e sparatorie vere e proprie che continuano ad affliggere nostri fratelli in Kenya, in particolare nello slum di Kibera.
Ciò che mi fa arrabbiare sono due aspetti della questione: che ce lo passino come un conflitto etnico, come se non vi fossero degli IMPRENDITORI ETNICI che ci marciano e fomentano le violenze; che i media italiani, dopo due giorni di martellamento, ora vivano come se tutto fosse finito.

Per quanto riguarda il primo aspetto, io penso che di etnico vi sia gran poco, direi quasi nulla, se non l'appartenenza etnica dei poveri diavoli aizzati contro altri poveri diavoli.

Il secondo aspetto invece concerne la povertà informativa istituzionale ed istituzionalizzata dei media italiani: sembra che dare notizie sia fuori moda nel nostro Paese... perlomeno è una questione fuori discussione per chi lavora nella piccola e maledetta scatola che campeggia in un po' tutte le nostre case e che viene chiamata tivù (foto AFP).

4 comments:

Anonymous said...

Finché qualche preoccupazione non arriva nei villaggi turistici di Malindi, centinaia di morti in Kenya non fanno notizia, almeno in Italia :(

Glò said...

E il brutto è che quando ricominciano a parlarne, quello è proprio il segno che la situazione sta precipitando, come in questi giorni!

Anonymous said...

come fa la tivù a mandare in onda notizie di quel genere..solo una minoranza della gente qui ne è interessata. è questo il problema, oggigiorno c'è gente che finché una cosa non gli riguarda da vicino non gli interessa "più di tanto".

Glò said...

probabilmente hai ragione tu, ma non mi sembra un motivo per non parlarne in tv.. la tv dovrebbe anche educare la popolazione, oltreché essere una forma di intrattenimento..